
“Diventeremo il posto più sicuro in cui mangiare”.
Questa la promessa del fondatore della catena di fast food americana Chipotle.
Catena che è diventata tristemente famosa a seguito di alcuni spiacevoli episodi di tossinfezione alimentare che hanno colpito alcuni dei clienti del fast food. Circa 52 persone, dopo aver mangiato in differenti ristoranti della catena, si sono ammalate a causa dello stesso ceppo di Escherichia Coli e 140 persone sono state colpite da norovirus in uno stesso fast food di Boston.
Il fatto che qualcuno si ammali dopo aver consumato un prodotto alimentare è indubbiamente inaccettabile. Ma gli episodi di tossinfezione, oltre ad aver colpito la salute dei consumatori, hanno messo a rischio anche il futuro dell’azienda, portando ad una significativa riduzione delle vendite rispetto all’anno precedente.
Tutto ciò ha posto la catena americana di fronte alla necessità di migliorare i propri standard di sicurezza alimentare in modo da ridurre il più possibile il rischio di contaminazione dei prodotti somministrati ed evitare il ripetersi di simili episodi in futuro per tutelare il più possibile la salute dei propri clienti.
Come rispondere alle emergenze, il fast food Chipotle sale in cattedra
La scelta dell’azienda è stata, quindi, quella di:
- adottare nuove procedure di sanificazione,
- instaurare protocolli più severi per i fornitori delle materie prime,
- garantire giorni aggiuntivi di malattia pagati per i dipendenti malati,
- implementare i programmi di formazione per il personale.
L’azienda ha quindi temporaneamente chiuso tutti i ristoranti degli Stati Uniti per permettere ai circa 50.000 dipendenti di prendere parte ad incontri sulla sicurezza alimentare, che si sono tenuti all’interno di teatri e di alberghi, durante i quali è stata illustrata la nuova politica aziendale di garanzia della salute dei consumatori e sono stati proiettati video che fornivano istruzioni riguardanti l’igiene degli alimenti, le procedure di sanificazione, i protocolli di preparazione degli alimenti.
Il caso della catena americana Chipotle è un importante esempio di come un episodio spiacevole possa essere trasformato in un momento di crescita e cambiamento per l’azienda che ha deciso di investire maggiori risorse nella protezione della salute dei consumatori. Sicuramente non è possibile eliminare completamente il rischio di contaminazione dei cibi all’interno di un’azienda alimentare, ma è possibile ridurlo in maniera rilevante.
In questo senso il segnale della catena di fast food Chipotle è chiaro e significativo: la formazione del personale che lavora a contatto con gli alimenti è uno strumento fondamentale per garantire ai consumatori un cibo che sia sicuro oltre che buono.
L’importanza della formazione nella gestione delle emergenze
È ancora argomento dibattuto, l’allerta lanciata pochi giorni addietro dal Ministero della Salute riguardante salumi infettati da Listeria monocytogenes, che ha portato ad un massiccio ritiro di prodotti dal mercato e ha reso famosa, suo malgrado, l’azienda coinvolta. Purtroppo episodi simili sono successi e succederanno; tuttavia è possibile gestirli sia attraverso procedure specifiche (Vedi nostro articolo sulla gestione del pericolo da Listeria), sia attraverso la formazione del proprio personale.
La sicurezza alimentare, e quindi la tutela della salute pubblica dalle malattie connesse agli alimenti, passano necessariamente attraverso un’adeguata formazione del personale circa il rispetto delle norme igieniche e delle buone pratiche di lavorazione. Solo così è possibile fornire agli addetti alla manipolazione degli alimenti gli strumenti necessari per mettere in atto in maniera costruttiva ed efficace le procedure di autocontrollo aziendali e fare della salubrità degli alimenti l’obiettivo condiviso da tutta l’azienda.
Il sacrificio apparente al quale si è sottoposta la Chipotle, dovuto alla chiusura delle attività per una giornata e alle risorse spese per la formazione è poca cosa se paragonato sia al ritorno di immagine percepito dai consumatori, sia alla utilità di aver fornito ai propri operatori tutti gli strumenti validi a prevenire ulteriori episodi come quello citato. Iniziative come questa sono senz’altro apprezzabili e crediamo che dovrebbero essere prese d’esempio da qualsiasi azienda, sia essa una catena di ristorazione su scala nazionale o una semplice attività locale a conduzione familiare.
La formazione è la chiave per il successo, oggi più che mai.