
Accredia è un’associazione riconosciuta che opera senza scopo di lucro, sotto la vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. È l’Ente Unico nazionale di accreditamento come indicato dal governo italiano ai sensi del Regolamento UE 765/2008. Lo scopo di Accredia è attestare la competenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione, verifica e validazione, e dei laboratori di prova e taratura.
Gruppo Maurizi può vantare un laboratorio interno accreditato Accredia con il N° 1004 secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018.
Certificazioni e attestati migliorano le prestazioni!
La certificazione volontaria è uno strumento fondamentale per la crescita in termini di fatturato relativo a esportazione e reputazione.
Nell’ultimo decennio, l’export dei prodotti alimentari trasformati è aumentato dell’83% e il fatturato imputabile all’export delle imprese certificate è salito al 36%, di cui il 70% imputabile ai prodotti certificati quali ad esempio DOP, IGP, STG ma non solo.
Delle aziende certificate da Accredia, il 41.6% prevede un fatturato in crescita. Ma non solo; grazie alle certificazioni le aziende riscontrano:
- Un aumento della loro reputazione in termini di valorizzazione dei prodotti;
- Un maggiore controllo sulla sicurezza dei prodotti;
- Il miglioramento del rapporto con i clienti e con i fornitori;
- Un efficientamento dell’organizzazione.
Le certificazioni
Se escludiamo le certificazioni DOP e IGP, soprattutto quelle legate al vino che dominano il settore agroalimentare italiano (273 prodotti alimentari, 603 vini), le certificazioni più diffuse sono quelle che riguardano:
- l’agricoltura biologica;
- ISO 9001 (per scoprire come ottenere questa certificazione grazie al supporto di Gruppo Maurizi clicca qui);
- IFS (International Food Standard; per scoprire come ottenere questa certificazione grazie al supporto di Gruppo Maurizi clicca qui);
- BRCGS (Global Standard for Food Safety; per scoprire come ottenere questa certificazione grazie al supporto di Gruppo Maurizi clicca qui).
Queste ultime due, in particolare, sono certificazioni di grande interesse per la GDO europea per la sicurezza alimentare e del prodotto. Vediamole nel dettaglio.
IFS
L’IFS (International Food Standard) è, infatti, lo standard di riferimento della GDO tedesca, francese e italiana. L’ultimo aggiornamento, risalente ad aprile 2023, prevede un sistema basato su 5 capitoli che implicano sia aspetti documentali e gestionali (HACCP, qualità in generale), sia aspetti legati alla struttura (locali, attrezzature aree esterne), come anche aspetti di impatto sulle persone (food safety culture, ruolo della direzione e risorse umane).
Ogni argomento ruota comunque intorno alla garanzia della Sicurezza alimentare, e in particolare:
- Responsabilità della direzione
- Sistema di gestione per la qualità e la sicurezza alimentare
- Gestione delle risorse
- Processi Operativi
- Misurazioni, analisi, miglioramento
BRCGS
Il BRCGS (British Retail Consortium of Global Standard for Food Safety) è lo standard volontario derivante dalla GDO del Regno Unito, la cui ultima versione è applicabile dal 1° febbraio 2023. Questo standard è suddiviso in 9 capitoli con implicazioni analoghe a quelle viste per IFS che riguardano HACCP, qualità, struttura, persone e direzione, e nello specifico:
- Impegno della direzione aziendale
- Il piano di sicurezza alimentare – HACCP
- Sistema di gestione della sicurezza alimentare e della qualità
- Standard del sito
- Controllo del prodotto
- Controllo del processo
- Personale
- Aree ad alto rischio, alto controllo e alto controllo a temperatura ambiente nell’area di produzione
- Requisiti per prodotti commercializzati
ISO 9001
La certificazione ISO 9001, ovvero lo standard riguardante i sistemi di gestione per la qualità, sebbene abbia visto una forte inflessione negli ultimi anni a fronte di certificazioni più complesse come IFS e BRC, risulta ancora essere uno degli standard più diffusi.
Essendo la ISO 9001 uno standard generico applicabile a ogni contesto, si presta a essere nel settore agroalimentare un’ottima base per le certificazioni più complesse di cui sopra, così come per la ISO 22000 (Sistema di gestione per la sicurezza alimentare; per scoprire come ottenere la certificazione ISO 22000 con il supporto di Gruppo Maurizi clicca qui). La nuova versione della norma ISO 9001, pubblicata nel 2015, rafforza questo ruolo e si avvicina, come approccio, a quello degli standard maggiori.
La GDO domina il mercato dei prodotti alimentari
È importante sottolineare e ricordare che la GDO domina il mercato dei prodotti alimentari (il 94% delle famiglie intervistate ha dichiarato di fare la spesa nei supermercati o ipermercati) ed è riuscita a imporsi con due strategie che mirano a legare il consumatore in termini di affidabilità e sicurezza alimentare oltre che con il costo. La GDO ha, infatti, imposto una politica di certificazione di filiera e ha invaso il mercato con i propri prodotti a marchio privato rafforzando la fiducia del consumatore. Al sistema dei prodotti a marchio privato sono state applicate, quindi, da tutta la GDO le certificazioni volontarie (IFS, BRC, FSSC 22000, Global G.A.P.), che vengono imposte ai fornitori insieme a controlli periodici anche a sorpresa (Audit di 2a parte).
Il primato italiano
Se il Made in Italy ha un ascendente tanto forte sui mercati internazionali lo deve anche all’ottima reputazione in termini di sicurezza alimentare che sostiene i nostri prodotti.
Il sistema italiano di controlli sugli alimenti e sulla prevenzione da frodi è uno dei più efficaci in Europa. I dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute dimostrano, ad esempio, che solo lo 0,4% dei prodotti controllati presentano residui chimici oltre i limiti, contro il 5,1% della media europea e il 7,9% di quella mondiale. Questi dati sono anche supportati dalle dimissioni ospedaliere per malattie infettive intestinali di alcuni Paesi europei dove il dato italiano è chiaramente il migliore sia in un arco di tempo temporale lungo, sia valutando un più recente e breve periodo.
Questo primato italiano di prodotti di elevata qualità e apprezzati in tutto il mondo si è costruito nel tempo grazie anche a “incidenti di percorso” importanti, i quali hanno caratterizzato il cammino della normativa europea relativo all’agroalimentare verso la qualità e la sicurezza alimentare.
Un esempio di “incidente” fu quello del vino al metanolo: era il 1986 quando scoppiò il caso che fece 19 vittime e portò al sequestro di molti ettolitri di vino, sia in Francia che in Germania. La complessa macchina a sostegno della sicurezza alimentare, in quel caso, partì proprio dalle aziende vinicole italiane, che diedero un contributo importante alla storia della qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari Made in Italy.
Negli anni ‘90 fu poi la volta del caso dalla BSE che sconvolse tutta l’Europa e mieté 10 vittime nel Regno Unito. A quel punto fu chiaro a tutte le parti in causa che la normativa europea non era sufficiente a garantire la sicurezza alimentare ai propri cittadini e il giusto sostegno alle aziende serie. Da allora, la Comunità europea non si è mai fermata e ha continuato a legiferare e a vigilare in modo tale da assicurare la sicurezza alimentare e da tutelare la salute dei cittadini.
Il ruolo di Accredia
I servizi di certificazione erogati da Accredia avvengono a seguito di una valutazione imparziale. Accredia, infatti, svolge il ruolo di “giudice super partes”, con il solo scopo di garantire il rispetto delle norme previste dalle Autorità competenti.
Attraverso ispezioni, laboratori di prova, laboratori di taratura e certificazioni, Accredia è in grado di valutare l’affidabilità e la qualità dei prodotti sicuri prima che vengano immessi sul mercato, a tutela della salute e della sicurezza delle persone e dell’ambiente.
Questo ruolo svolto costantemente da Accredia prova che la nostra cultura, la ricerca di fiducia verso i consumatori, le normative europee e le certificazioni volontarie hanno contribuito a consolidare un primato italiano che ci invidia tutto il mondo.