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Cosa c’è nell’ acqua che beviamo?

By 8 Marzo 2010Varie3 min read

L’acqua che beviamo 

Dedicate solo qualche minuto del vostro tempo per dare un’occhiata al sito dell’ ACEA ATO2 dove è pubblicato l’avviso all’utenza sulla qualità delle acque di molte zone del Lazio. Poi cliccate sopra la mappa in basso della regione per leggere la lettere inviata da Comuni e Asl laziali a tutti i residenti. Se non altro anche per  concedervi un momento di buon umore.

L’avviso alla cittadinanza recita testualmente che i livelli di concentrazione degli elementi tossici fluoro, arsenico, vanadio contenuti nelle acque distribuite dai gestori sono ‘estremamente cautelativi’ e quindi il loro superamento non provoca ‘effetti acuti’ (sic!).

Ossia continuate pure a bere l’acqua dei rubinetti ritenendola potabile, sempre che vi sia arrivata in qualche modo questa informativa, e sul momento non vi accorgerete di nulla, al massimo tra qualche anno è consigliabile una tac di controllo. L’arsenico per legge non può superare i 10 microgrammi/litro ed è  considerato elemento altamente cancerogeno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Fluoro, arsenico e vanadio sono le sostanze contenute nelle acque che provengono da zone vulcaniche del Lazio. Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Genzano, Lanuvio, Lariano, Velletri, Tolfa, Trevignano, Certveteri, Castelnuovo sono alcuni dei tanti comuni laziali dove i livelli di questa sostanza sono divenuti preoccupanti.

Tanto che la regione Lazio, dopo un decreto del Ministero della Salute, ha concesso una deroga all’Acea con la motivazione che ancora i gestori non hanno fatto in tempo a ‘completare gli interventi necessari per riportare i valori dei parametri negli standard di legge’’ . In pratica i cittadini inconsapevoli continuano a bere acqua con livelli di arsenico superiori a quelli consentiti.

Proseguendo la lettura dell’avviso alla cittadinanza dei comuni si arriva ai consigli dispensati per ‘tutelare’ i cittadini:

Non somministrare integratori a base di fluoro e l’uso di dentifrici a base di fluoro’ (inutile sprecare soldi per il fluoro quando ve lo regaliamo noi in quantità più che sufficiente);

limitare il consumo di alimenti ad elevato contenuto di fluoro’;

 ‘Il consumo dell’acqua da bere in distribuzione non è consigliato per i soggetti di età inferiore ai 14 anni (gli altri sono abbastanza grandi da pensarci da soli ad intossicarsi);

Evitare l’uso di acque minerali ad elevato contenuto di fluoro (comunque non sarà mai così elevato quanto quello contenuto nell’acqua che vi somministriamo noi );

E per finire si sconsiglia di fare trattamenti domestici per ridurre la concentrazione di arsenico, tanto non funzionano!

L’attuale normativa stabilisce che prima del rilascio, le deroghe regionali con scadenze temporali ben determinate devono essere preventivamente approvate dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Ambiente, secondo una procedura che prevede, tra l’altro, l’attuazione di una corretta campagna informativa all’utenza sull’acqua distribuita tramite le reti dell’acquedotto cittadino.

Ciò che avete letto contenuto nell’avviso e pubblicato sul sito web dell’Acea, è ciò che l’Acea ATO2 Spa insieme ai comuni e alle Asl hanno ritenuto  fosse una ‘corretta campagna informativa all’utenza’.

Lasciando da parte la qualifica di ‘informativa’, (il sito web dell’Acea non è proprio una fonte di informazione quotidiana per i cittadini) in quanto a correttezza probabilmente i cittadini che sono riusciti ad arrivare alla notizia così come descritta nell’avviso sono a dir poco allarmati.

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