
Allarme arsenico acqua e riso, la situazione:
Dopo l’allarme arsenico nel riso negli Stati Uniti lanciato da uno studio dell’associazione Consumer Reports, che ha analizzato più di 200 campioni di una sessantina di prodotti, compresi gli alimenti per bambini, ci domandiamo come sia la situazione nel nostro Paese.
I risultati della ricerca americana hanno mostrato che la maggior parte dei campioni contiene la forma inorganica di arsenico, e quello integrale presenta livelli più alti.
La contaminazione da arsenico può causare tumori della vescica, del polmone e della pelle.
L’agenzia governativa Food and Drug Admnistration (Fda) sta lavorando a una proposta per limitare la quantità di quest’elemento chimico nel riso.
L’arsenico si trova comunemente a basse concentrazioni negli alimenti perché è presente naturalmente nell’ambiente. L’arsenico è più tossico nella forma inorganica (arseniti e arseniati), meno nella forma organica. Il riso ha rispetto agli altri cereali una quantità di arsenico maggiore, la metà della quale è in forma inorganica.
In Italia limiti per l’arsenico negli alimenti sono stati stabiliti solo per i mangimi e per alcune categorie di alimenti:
– Caffè decaffeinato: 1 mg/l
– Tè deteinato: 1 mg/l
– Gomma base: 3 mg/Kg
– Sale: 0,5 mg/Kg
I bambini, essendo il loro peso corporeo inferiore, possono essere esposti a livelli più alti. Per quanto riguarda il riso (e in particolare la bevanda a base di riso, destinata ai piccoli consumatori), la Food Standard Agency americana, ricorda che tale bevanda non è adatta dal punto di vista nutrizionale a lattanti e bambini (non può sostituire il latte) e di farsi consigliare dal pediatra su scelte alternative.
In Italia, il problema dell’ arsenico nelle acque riguarda un milione di persone.
La normativa che disciplina le acque destinate al consumo umano è il D. Lgs. 31/01 modificato dal D. Lgs. 27/02. Tale decreto fissa il valore limite del parametro arsenico a 10 µg/l.
Il Decreto 11 maggio 2011 disciplina alcune deroghe alle caratteristiche di qualità delle acque per alcune Regioni del territorio Nazionale. In particolare Lazio, Lombardia, Toscana e la provincia autonoma di Trento, grazie a tale decreto hanno usufruito o possono usufruire di una deroga al parametro arsenico fino a 20 µg/l.
Per quanto riguarda la Regione Lazio (dove la presenza di arsenico nelle acque non è di origine antropica bensì di origine geogenica ossia è dato dalla dissoluzione naturale di alcuni minerali che lo contengono) la deroga riguarda alcuni Comuni prevalentemente della Provincia di Roma (principalmente agro pontino e zona castelli romani: in tutto 90 Comuni) e di Viterbo e scadrà il 31 dicembre 2012.
Pericolo arsenico, le conclusioni:
Da evidenziare che il rischio di assimilazione dell’arsenico non è tanto da misurare in termini di concentrazioni, ma in termini di quantità complessiva assimilata. Per questo:
a. non deve scandalizzare il fatto che ci sia una deroga da 10 a 20ppb
b. è giusto, però, che le deroghe abbiano delle scadenze temporali (per più tempo dura la deroga, maggiore è la quantità complessiva che si consente di assimilare)
c. i soggetti più sensibili sono i bambini in quanto essendo più piccoli, hanno dei livelli di assimilabilità più bassi