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BIOPLASTICHE: LA CHIMICA VERDE

By 1 Agosto 2011Sicurezza Ambientale, Varie2 min read

Lo sviluppo sostenibile passa dalle nuove bioplastiche:

 A giorni arriverà a molti romani la lettera dell’Ama per la nuova raccolta differenziata dei rifiuti che partirà a settembre.

Al rientro delle vacanze a fine agosto o ai primi di settembre, molte famiglie di diversi municipi troveranno il kit per la raccolta degli scarti alimentari e organici: biopattumiera e sacchi in materiale biodegradabile e compostabile, brochure ed elenco degli indirizzi e orari dei punti di raccolta.

Obiettivo è spingere la raccolta differenziata per arrivare nel 2012 al 28%  come quota di rifiuti da avviare al riciclo e riuso.

Dopo che un anno fa è partita la raccolta differenziata per i rifiuti organici per circa 200 mila residenti di Roma, ora la stessa si estende ad altri 8 municipi con alcune correzioni come eliminare i vincoli di orario per i punti di raccolta che spesso ha significato l’abbandono dei sacchetti per strada.

Scarti organici che sono destinati ad essere trasformati in fertilizzanti e concimi attraverso l’impianto di compostaggio di Maccarese.

Dal 1 gennaio 2011 i sacchetti di plastica sono fuorilegge.

L’eliminazione delle plastiche tradizionali per la raccolta e “l’impiego ancora più diffuso dei sacchetti biodegradabili e compostabili contribuirà in maniera determinante a perseguire gli obiettivi di efficienza nella trasformazione dei rifiuti organici e di miglioramento della qualità del compost (fertilizzante naturale) che se ne ricava” ha dichiarato il presidente dell’Ama, Clarke.

Dopo 100 anni dall’invenzione della plastica oggi sono le bioplastiche a rappresentare una nuova frontiera per lo sviluppo della nostra società.

Del ruolo delle bioplastiche compostabili certificate nella gestione della frazione organica ha parlato Christian Garraffa, responsabile marketing per le raccolte differenziate di Novamont Spa, al XV Congresso Nazionale dei Chimici.

“Il sistema italiano di raccolta differenziata porta a porta dell’umido è un modello apprezzata anche all’estero –  ha sottolineato Garraffa –  l’elevato livello di intercettazione della frazione organica (che permette di spostare l’organico dalla discarica per ottenere un compost di qualità utile in agricoltura) ne riduce drasticamente la quantità conferita in discarica consentendo di raggiungere performance ambientali ed economiche di assoluto livello. L’altro fattore fondamentale è la qualità del materiale raccolto: l’impiego delle bioplastiche compostabili certificate quali il Mater-Bi (polimero biodegradabile e compostabile italiano che utilizza componenti rinnovabili come l’amido di mais e oli vegetali) e del sistema areato contribuiscono a raggiungere entrambi questi obiettivi. L’idoneità dei materiali ‘biodegradabili’ e ‘compostabili’ al recupero negli impianti di compostaggio è garantita da standard europei di riferimento e dalle relative certificazioni di conformità”.

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