
È stata pubblicata il 01 Agosto 2022 la nuova versione dello standard BRC Food. Lo standard è stato pubblicato nella versione numero 9 e sarà obbligatoria per tutte le aziende certificate a partire dal 1° febbraio 2023. Tutti i certificati emessi, a fronte di audit effettuati prima di tale data, saranno relativi all’edizione n.8.
Sono quindi stati previsti alcuni mesi di transizione, per consentire a tutte le imprese alimentari certificate e agli Enti di Certificazione di potersi formare sullo standard e poter adeguare il proprio Sistema di Gestione alla nuova versione.
In questo articolo vedremo insieme quali sono le principali modifiche introdotte con questa nuova versione e cosa devono fare le imprese alimentari per adeguare il proprio Sistema di Gestione.
Da una prima lettura, è già chiaramente visibile una maggiore chiarezza nella redazione dei requisiti, nonché nella fruibilità dell’interpretazione dei vari capitoli. Tale chiarezza è sicuramente frutto della collaborazione del Comitato Tecnico Consuntivo (TAC) con i vari stakeholders coinvolti nella consultazione pubblica avviata negli scorsi mesi, durante la quale sono emersi numerosi spunti di miglioramento e particolare attenzione su alcune questioni emergenti per le imprese alimentari.
Confermati anche in questa edizione i requisiti fondamentali, ovvero requisiti del sistema di gestione considerati cruciali per la definizione e il funzionamento del Sistema di Gestione per la Sicurezza Alimentare. I requisiti sono sempre gli stessi dell’edizione n.8 e sono contrassegnati con una stella:
1. Impegno della Direzione Aziendale e Miglioramento Continuo (1.1)
2. Il piano di sicurezza alimentare – HACCP (2)
3. Audit Interni (3.4)
4. Gestione dei fornitori di materie prime e imballaggi (3.5.1)
5. Azioni correttive e preventive (3.7)
6. Tracciabilità (3.9)
7. Layout, flusso del prodotto e segregazione (4.3)
8. Ordine e igiene (4.11)
9. Gestione degli allergeni (5.3)
10. Controllo delle operazioni (6.1)
11. Etichettatura e controllo delle confezioni (6.2)
12. Formazione: aree destinate a movimentazione di materie prime, preparazione, trasformazione, confezionamento e stoccaggio (7.1)
Principali novità
In questa edizione il Comitato Tecnico Consuntivo ha voluto incrementare il coinvolgimento della Direzione Aziendale in tutti i processi, con particolare attenzione all’implementazione del programma di Food Safety Culture (già introdotto nella versione 8).
L’attenzione del Comitato Tecnico si è concentrata su:
· Incrementare la comprensione dei requisiti necessari ad implementare il programma di Food Safety Culture;
· Garantire la compatibilità del Sistema di Gestione per la Sicurezza Alimentare con i principi generali del Codex Alimentarius;
· Ampliare le possibilità di audit, includendo la possibilità di audit da remoto;
· Incrementare l’attenzione sugli audit interni e le ispezioni in campo;
· Rimarcare la necessità di condurre un’analisi delle cause profonde in caso di non conformità;
· Ampliare il campo di applicazione dello standard anche ai prodotti di origine animale.
Il requisito 1.1.2 è stato completamente riscritto. Il nuovo requisito presenta ora chiare indicazioni circa le modalità di definizione del programma di Food Safety Culture e le evidenze oggettive che la Direzione Aziendale deve elaborare per dimostrare il miglioramento continuo del processo.
A conferma dell’importanza del coinvolgimento della Direzione Aziendale, nel requisito 1.1.11 viene sottolineata l’esigenza della sua partecipazione durante le fasi salienti degli audit di certificazione. Infatti, la Direzione Aziendale dovrà prendere parte ai meeting di apertura e di chiusura. Inoltre, dovrà rendersi disponibile per discutere con l’auditor il programma di Food Safety Culture e la sua reale implementazione all’interno dell’impresa posta sotto il suo controllo.
Programmi di Audit
La grande novità di questa versione consiste nell’ampliamento delle possibilità di audit di certificazione messe a disposizione delle aziende alimentari.
Sono previste 3 diverse opzioni di audit:
· Programma di audit annunciato: l’azienda ha la possibilità di condurre audit annunciati, concordando con l’Ente di Certificazione le date in cui eseguire la verifica. Tuttavia, nel triennio deve essere previsto un audit non annunciato, così come richiesto dalle normative GFSI nel 2021. L’azienda dovrà quindi concordare con l’Ente di Certificazione l’anno in cui potrà essere condotto l’audit non annunciato, che si svolgerà con le modalità definite all’interno dello standard.
· Programma di audit annunciato in modalità mista: Assoluta novità rispetto alle versioni precedenti, che consente alle aziende di svolgere l’audit in parte in modalità telematiche e in parte in campo. Rimane l’obbligo di condurre almeno un audit non annunciato ogni 3 anni. Con questa modalità l’audit sarà composto di due parti: una da remoto per la verifica documentale, una in presenza per la verifica in campo. Il vantaggio offerto da questa opzione è quello di avere una maggiore flessibilità nel calendario di audit, anche se ad oggi risulta possibile solo per audit di rinnovo e non per audit iniziali.
· Programma di non annunciato: Si conferma la possibilità di condurre tutti gli audit in modalità non annunciata, fornendo maggiori garanzie ai clienti rispetto alla validità della certificazione.
L’audit non annunciato può essere effettuato in qualsiasi momento entro i 4 mesi del ciclo di audit, inclusi i 28 giorni di calendario prima dell’audit due date. L’azienda può selezionare fino a 10 giorni di calendario all’interno di questo intervallo, nei quali non è possibile condurre l’audit (ad esempio per audit annunciati di clienti, festività, interventi di manutenzione programmata).
Campo di Applicazione dello Standard
Anche il Campo di Applicazione dello standard ha subito alcune modifiche e integrazioni.
La nuova edizione si applica a tutte le imprese alimentari che si occupano di realizzazione, trasformazione e confezionamento di:
· Alimenti trasformati, a proprio marchio o private label;
· Materie prime o ingredienti utilizzate nelle imprese alimentari, catering o produttori di alimenti;
· Alimenti derivanti dalla produzione primaria (ad esempio frutta e verdura);
· Pet Food e Mangimi;
· Alimenti di origine animale derivanti dalla produzione primaria.
Nell’Appendice 1 sono state ridefinite tutte le informazioni necessarie alle imprese alimentari e agli Enti di Certificazione per definire il campo di applicazione dello standard, agevolando quindi il processo di certificazione stesso.
Position Statements
Per la prima volta viene inserito all’interno del documento il concetto di position statement. Nel ciclo di vita di applicazione dello standard, il Comitato Tecnico Consuntivo si riserva la possibilità di rivedere o riformulare alcuni requisiti, oppure di fornire delle linee guida interpretative a disposizione degli addetti ai lavori. Queste rielaborazioni prendono il nome di position statements, hanno effetto vincolante sul processo di certificazione e sono da considerarsi un’estensione dello standard stesso. Diventa quindi una fase fondamentale del processo di certificazione l’aggiornamento continuo sullo standard, nonché i momenti formativi che tutte le parti interessate (Direzione Aziendale, Responsabili Qualità, Responsabili del piano di autocontrollo) devono portare avanti in modo continuativo per seguire l’evoluzione della norma nel tempo.
Requisiti aggiuntivi
Sono stati introdotti alcuni nuovi requisiti, che si applicano a tutte le imprese alimentari, con alcune eccezioni.
Il requisito 5.8 si applica solo ai siti che trasformano, producono o confezionano pet food o mangimi. Il requisito è stato completamente riscritto, approfondendo alcuni aspetti operativi.
È completamente nuovo, invece, il requisito 5.9, che definisce le modalità di produzione e prima trasformazione dei prodotti di origine animale (estensione del campo di applicazione).
Anche il capitolo 8 è stato riscritto, fornendo nuove indicazioni circa i requisiti che le strutture di produzione ad alto rischio devono rispettare. Nell’Appendice 2 alo standard, sono indicate le modalità di valutazione e definizione di queste aree. Non è più presente l’albero decisionale introdotto nell’edizione 8, ma è riportata una chiara definizione di:
· Strutture ad alto rischio;
· Strutture ad alto controllo;
· Strutture ad alto controllo a temperatura ambiente.
Infine, per chi volesse introdurre nel campo di applicazione i prodotti commercializzati, ovvero prodotti che non vengono realizzati, trasformati, rilavorati o confezionati nel sito oggetto dell’audit,
c’è la sezione n.9. Rimane la possibilità di introdurre questi prodotti nel campo di applicazione del certificato, purchè siano introdotti tutti. Non sarà più possibile includere alcuni prodotti ed escluderne altri. Laddove invece l’organizzazione avesse prodotti commercializzati, ma non volesse includerli nel campo di applicazione del certificato, ciò dovrà essere registrato nel rapporto di audit sotto forma di esclusione dal campo di applicazione.
Come possiamo aiutarti ad adeguare il tuo sistema di gestione alla nuova versione dello standard?
I prossimi mesi saranno fondamentali per tutte le aziende già certificate per adeguare il loro sistema di gestione alla norma ed arrivare pronti al 1° febbraio 2023, soprattutto in virtù dell’obbligo di esecuzione di un audit non annunciato nel triennio.
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