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La falsa etichettatura della carne

I cavalli romeni finiscono tritati negli hamburger irlandesi e nelle lasagne alla bolognese venduti nei supermercati inglesi e parte lo scandalo della carne di cavallo spacciata come bovina che sta travolgendo l’Europa.

Partita a gennaio in Irlanda con la scoperta in hamburger congelati etichettati come di manzo al 100% ma in realtà contenenti carne di cavallo, la vicenda del traffico illegale di carne equina macellata  ha coinvolto a ruota Francia, Olanda, Lussemburgo, Gran Bretagna e ieri anche la Germania.

vendita-carne-di-cavalloLa commissione europea ieri ha proposto misure di emergenza ai 27 Stati membri: il commissario alla Salute, Tonio Borg ha annunciato che il primo marzo partiranno i test del Dna su prodotti trasformati a base di carne di manzo.

Entro un mese dovranno essere effettuati 4 mila test: 2.500 sulla carne prodotta negli Stati membri e 1.500 sui cibi importati nell’Ue, principalmente da Canada, Messico e Argentina i più grossi importatori. Il 30 aprile successivo Bruxelles renderà noti i primi risultati, dopodichè si deciderà se proseguire i test per altri due mesi.

Bruxelles assicura che si tratta di truffa ma non di un problema di sicurezza alimentare, come ribadisce anche l’EFSA , l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sottolineando che “a tutt’oggi non ci sono preoccupazioni per la salute ma solleva questioni di etichettatura falsa, qualità degli alimenti e tracciabilità nella filiera alimentare dell’UE”.

Intanto però la Gran Bretagna, dove ci sono stati tre arresti per frode, è sotto shock: la Findus ha ammesso che le proprie lasagne surgelate etichettate come “puro manzo ” (prodotte in Francia con carne proveniente dalla Romania) contenevano fino al 100% di carne equina (!), tabù assoluto per il consumo alimentare nel Paese dei purosangue e delle corse dei blasonati campioni mondiali.

I manager della Spanghero, la società francese che fornisce la carne alla Findus UK, si difendono dicendo che erano sicuri di acquistare carne di manzo. Forti sono i sospetti di truffa ai danni dei consumatori: anche agli occhi dei meno esperti la carne di cavallo è ben diversa per colore, odore e sapore ma, cosa principale, costa fino a cinque volte meno di quella bovina.

lasagne-con-carne-di-cavalloI blog in Inghilterra e Francia, dove Brigitte Bardot in collera reclama lo stop prima che i campioni equestri finiscano nei piatti alla bolognese e i ministri richiedono con forza sanzioni dure ai colpevoli, si da la colpa alla sovrapproduzione di carne di cavallo dei macelli in Romania dopo il divieto di qualche anno fa alla circolazione dei carretti su strada (peraltro trainati non solo da cavalli ma anche da asini e muli…).

Dai supermercati francesi, inglesi, tedeschi e persino svizzeri milioni di prodotti di lasagne e spaghetti surgelati sono già stati tolti dagli scaffali.

E in Italia che succederà?

Il nostro Paese è il maggior produttore mondiale di carne equina ed anche uno tra i maggiori consumatori e per di più acquista molto anche dalla Romania.

Findus Italia si è subito dichiarata estranea alla vicenda della omonima inglese.

Dei 2500 test su carne prodotta in Europa che proseguiranno per tutto il mese di marzo su hamburger e lasagne surgelati e su prodotti trasformati a base di carne bovina per verificare che cosa contengono, 200 saranno quelli condotti in Italia.

Ma è sulla carne equina che si concentreranno in Italia il maggior numero di controlli dei 4000 che si avvieranno in Europa nei macelli equini alla ricerca del farmaco Fenilbutazone, un antinfiammatorio, comunemente chiamato butene, usato sui cavalli sportivi ma bandito per quelli destinati al consumo in quanto dannoso per la salute.

Da qui però a parlare di allerta alimentare si è molto lontani. Le autorità britanniche assicurano che il rischio per le persone che mangiano carne contenente il farmaco è molto basso, “a questi livelli di concentrazione una persona dovrebbe mangiare 500 o 600 burger di cavallo al giorno per subire effetti collaterali” dicono.

Oggi a Bruxelles è prevista la riunione della Commissione al Comitato permanente Ue per la catena alimentare per l’attuazione di test del dna negli Stati membri.

Si tratta di test costosi, 400 euro l’uno, per questo il commissario Borg ha precisato che la Commissione europea si farà carico del 50% dei costi, ossia 200 euro a test.

I tempi invece per arrivare a nuove regole saranno più lunghi e di certo se toccheranno le etichette incontreranno le resistenze delle imprese del settore alimentare critiche sui costi e le difficoltà per realizzarle (ad oggi sono previste indicazioni di provenienza obbligatorie solo per la carne fresca e non per quella surgelata né per i prodotti confezionati) .

Intanto la preoccupazione, come per i passati scandali alimentari dalla mucca pazza all’incubo della aviaria, è che saranno gli allevatori a farne come al solito le spese e non solo quelli di cavalli.

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