Non passa giorno senza cronache di operazioni di sequestro di cibi da parte dei Nas dei Carabinieri, che, per nostra fortuna, eseguono controlli scrupolosi. Le frodi principali si concentrano su prodotti in cattivo stato di conservazione o inadatti al consumo umano.
E’ di ieri la notizia del sequestro nel napoletano di 130 quintali di pasta contaminati da solventi e vernici, qualche giorno fa sono state ben 9 le tonnellate di pasta fresca sequestrate nel casertano. E ancora tre giorni fa a Sanremo in un ristorante cinese il sequestro di 60 kg di carne e pesce congelati e surgelati senza il rispetto delle procedure. Una settimana fa il nucleo Nas di Brescia ha portato a termine un’operazione sequestrando 7 tonnellate e mezzo di frutta congelata scaduta da mesi, formaggi e semilavorati vari invase da muffe e pane etichettato come produzione biologica di produzione tedesca e invece contenente additivo conservante vietato.
Secondo il VI rapporto sulla sicurezza alimentare ‘Italia a tavola 2009’ curato dal Movimento difesa del cittadino e Legambiente sono stati oltre 28 mila i controlli a cura dei Nas nel 2008. In particolare ammonta a circa 160 milioni di euro il valore dei sequestri svolti dai Carabinieri per la tutela della salute nel 2008, 32% in più rispetto all’anno precedente, ben 142% in più i chili sequestrati dai Nas con il 642% in valore da parte dell’Ispettorato per il controllo della qualità di prodotti –ICQ. In Italia le ispezioni sono sempre più numerose puntuali e mirate sulla base della valutazione del rischio. I controlli funzionano e tutelano il cittadino. I consumatori devono essere più attenti alle etichette e essere pronti a denunciare le frodi.
“Siamo in emergenza nazionale, se non europea – afferma Armando Zingales, presidente del Consiglio Nazionale dai Chimici – Bisogna rispondere con un aumento dei controlli. Accanto alle operazioni dei Nas esistono anche controlli autocertificati, purché vengano espletati da persone responsabili e abilitate. Cioè da professionisti come biologi, chimici, veterinari, tecnici alimentari, che attraverso una specifica competenza possono diventare garanzia di tutela per consumatori, produttori e distributori. E’ il momento di spostare il livello di responsabilità laddove l’etica vale qualcosa: il dono dei professionisti”.
Ovviamente tutto ciò ha un costo che va sopportato sia dai produttori che distributori pena la distruzione di un mercato, crollo delle vendite e il danneggiamento di un’intera filiera. E’ evidente che i consumatori sono sempre più scettici nel comprare mozzarella di bufala, olio, vino o pomodoro. “E’ interesse di chi opera con onestà sottoporre il comparto a rigidi controlli, perché solo in questo modo si riesce a far riacquistare credibilità alla filiera agro-alimentare tutta” insiste Zingales.
I settori che soffrono maggiormente secondo Zingales il “settore lattiero-caseario in primis per cibi scaduti o avariati provenienti da oltrefrontiera, cibi falsi doc introdotti nel nostro mercato dall’est Europa, antibiotici somministrati ai pesci degli allevamenti (in Italia il 50% della produzione ittica è da allevamento), ormoni nella carne bovina”.
“Abbiamo elaborato insieme alle altre categorie professionali tecnico-alimentari, un vero e proprio decalogo da sottoporre al ministero competente e al governo per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di ripristinare un virtuoso sistema di controlli e autocontrolli. A difesa non solo del consumatore ma del mercato e degli stessi produttori e distributori onesti”.