
Coloranti alimentari: quali sono quelli tossici?
I coloranti vengono utilizzati dall’industria alimentare per rendere più estetici alcuni prodotti, come è il caso di creme colorate con cui abbellire torte e dolcetti. È opinione diffusa e comune che i coloranti alimentari siano pericolosi per la salute. Ci teniamo a sottolineare che, come ogni ingrediente e additivo usato nella filiera alimentare, anche i coloranti sono sottoposti a specifica normativa che ne definisce i modi e i limiti di utilizzo.
Vediamo insieme, pertanto, quali sono i coloranti alimentari più pericolosi usati per rendere più attraenti gli alimenti e cosa dice la normativa a riguardo.
Il colorante E133
Sicuramente, fra i coloranti alimentari il più noto è il E133, capace di donare un blu brillante ai cibi. L’E133 è il colorante Blu Brillante FCF e rientra nell’elenco degli additivi previsti dall’allegato II del Reg. 1333/2008 e s.m.i. e nello specifico nella categoria “coloranti alimentari con limite massimo combinato”.
Il suo utilizzo è ammesso per diverse tipologie di alimenti (per esempio gomme da masticare, bevande aromatizzate, dessert, ecc.) con limiti massimi di utilizzo diversi a seconda delle diverse categorie di alimenti.
Fra gli altri coloranti autorizzati dall’EFSA (l’Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea) possiamo trovare:
- E141 Bianco gesso
- E142 Blu antocianina
- E132 Blu indaco
- E160b Giallo pallido del burro e dei formaggi (E160b)
- E160a Arancio Beta-CarotenE
- E103 Giallo oro
- E155 Marrone HT
- E151 Nero Brillante BN
- E120 Rosso cocciniglia
- E181 Tannino
- E142 Verde S
I coloranti che possono influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini
È importante notare che il colorante E133 non è stato classificato e valutato dall’EFSA come “colorante che può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”, come invece i seguenti coloranti alimentari:
- E110 Sunset Yellow
- E104 Giallo di chinolina
- E122 Carmoisina
- E129 Rosso Allura
- E102 Tartrazine
- E124 Ponceau 4R
Quali sono gli altri effetti nocivi dei coloranti alimentari tossici?
I coloranti alimentari tossici possono avere diversi effetti nocivi sulla nostra salute se adoperati in maniera inadeguata rispetto ai limiti previsti dalla legge. In particolare, questi possono causare:
- Reazioni allergiche, come ad esempio l’orticaria;
- Insonnia e in generale disturbi del sonno;
- Abbassamento della vista;
- Alterazione del comportamento, come ipersensibilità e tremori.
Per scoprire gli effetti sulla salute dei coloranti alimentari, vi invitiamo a consultare la pagina dell’Istituto Superiore di Sanità, cliccando qui.
Come evitare i coloranti alimentari potenzialmente nocivi?
Per evitare i coloranti potenzialmente pericolosi, è bene leggere le etichette dei prodotti prima di procedere all’acquisto. Gli additivi sono sempre compresi nella lista degli ingredienti e di solito appaiono per ultimi, ma vanno seriamente considerati, imparando prima a conoscerli.
Li troviamo indicati in etichetta con una “E” e un numero a seguire, ad eccezione degli aromi che possono essere riportati con il loro nome esteso senza la “E”.
Per essere completamente al sicuro da questi ingredienti, consigliamo di evitare i cibi industriali, andando a preferire piuttosto preparazioni casalinghe, magari meno appariscenti ma senza dubbio più sane.
Come vengono adoperati i coloranti nell’industria alimentare?
I coloranti presenti negli alimenti rientrano tra gli additivi normati dalla legislazione vigente e servono per migliorare l’aspetto degli alimenti.
Generalmente, nell’ambito dell’industria alimentare, i coloranti vengono miscelati a impasti solidi e liquidi, così da restituire una colorazione uniforme sia all’esterno che all’interno e da non alterare la consistenza. In alternativa, vengono spennellati sulla superficie dell’alimento, oppure spruzzati con una bomboletta spay: in questo modo, la colorazione “artificiale” sarà presente solo all’esterno e non all’interno.
Quali sono i coloranti alimentari naturali?
Non tutti i coloranti vengono per nuocere. Infatti, l’industria alimentare non adopera solamente coloranti artificiali, ma anche coloranti naturali, che sfruttano le proprietà intrinseche di alcuni cibi.
È il caso ad esempio di succhi vegetali, estratti da frutta e da verdura fresca; oppure dei prodotti essiccati che, se tritati, possono rilasciare dei pigmenti colorati, così come i concentrati; e poi ancora vengono utilizzate sostanze aromatiche naturali, quali paprica, zafferano, curcuma, capaci di rilasciare un colore brillante e duraturo.
Fra i coloranti alimentari naturali che, volendo, possiamo adoperare anche in casa troviamo:
- curcumina (E100), colorante giallo-arancio estratto dalla curcuma;
- riboflavina (E101), colorante giallo presente naturalmente nel latte, ma anche in molti ortaggi verdi, in particolare cavolo e pomodoro;
- clorofille (E140), pigmenti verdi presenti nella maggior parte delle piante e delle alghe, assorbono fortemente la radiazione rossa e violetta, complementare al colore verde;
- caramello (E150), colorante impiegato in liquori, bevande analcoliche, birre, in pasticceria, nel cioccolato, nei surrogati del caffè;
- carbone vegetale (E153), colorante ottenuto dalla carbonizzazione di sostanze vegetali quali legno, residui di cellulosa, torba e gusci di noci di cocco o altri gusci;
- carotenoidi, coloranti rinvenuti nelle piante o in altri organismi fotosintetici, come le alghe ed alcune specie di batteri;
- antociani (E163), classe di coloranti naturali che si ritrovano nei fiori e nei frutti di quasi tutte le piante superiori e nelle foglie autunnali.