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Coronavirus, i contagi sul lavoro sono oltre 54.000

By 30 Novembre 2020Luglio 27th, 2022Sicurezza sul Lavoro3 min read
GM coronavirus dati inail

L’aumento dei contagi da coronavirus si riflette, inevitabilmente, anche negli ambienti di lavoro: dopo la flessione della curva osservata in estate, dal mese di settembre si sono registrati degli incrementi. La progressiva riapertura delle attività sociali e professionali ha cambiato anche il modo in cui l’aumento dei contagi Covid-19 si è distribuito tra i diversi settori professionali.

Il report INAIL

Il report nazionale della Consulenza statistico attuariale dell’INAIL rileva che, al 30 settembre, i casi segnalati all’INAIL sono 54.128 ovvero il 15% circa del totale denunce pervenute dall’inizio dell’anno,  con un’incidenza del 17,2% rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità alla stessa data e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (51,2%) e aprile (33,8%).

Rispetto al monitoraggio precedente, effettuato al 31 agosto, le denunce in più sono 1.919, di cui 1.127 relative a infezioni avvenute in settembre e le altre 792 nei mesi precedenti, per effetto del consolidamento dei dati.

I contagi registrati variano in base ad età, genere, area geografica e settore professionale. Considerando i due intervalli di tempo “fase di lockdown” di marzo-maggio e “fase di post lockdown” di giugno-settembre, si osserva una variazione significativa dei settori professionali sul totale contagi ed i dati offrono spunti di riflessione per i trend dei prossimi mesi.

L’età e il genere

In generale, i decessi sono concentrati soprattutto tra gli uomini (84,0%) e nelle fasce 50-64 anni (69,9%) e over 64 anni (19,4%), con un’età media dei deceduti di 59 anni. Considerando il totale dei contagi professionali denunciati, però, si osserva un’inversione del rapporto: con un’incidenza dei contagi tra donne del 70,7% ed un età media 47 anni.

Le aree geografiche

Oltre la metà delle denunce riguarda il Nord-Ovest (55,1%) ed il Nord-Est (24,4%). Seguono il Centro (11,9%), il Sud (6,2%) e le Isole (2,4%).

Nella sola Lombardia si registra il 35,2% dei contagi denunciati e il 41,7% dei casi mortali e a Milano il 10,8%.

I settori professionali

I contagi sono nettamente maggiori nelle strutture preposte alla sanità e all’assistenza sociale come ospedali, case di cura e di riposo e cliniche, con il 70,3% delle denunce. Seguono la pubblica amministrazione (ASL ed amministrazioni regionali, provinciali e comunali) con l’8,9%, il settore dei servizi alle imprese (vigilanza, pulizia, call center) con il 4,4%, il manifatturiero (lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare) con il 3,3% e quello di alloggio e ristorazione con il 2,7%.

Cambiano le categorie più a rischio nel post lockdown

I dati relativi all’incidenza dei settori professionali sul totale delle denunce variano significativamente tra “fase di lockdown” e “fase di post lockdown”.

L’incidenza del settore sanità ed assistenza sociale è passata dall’80,6% al 54,2%. Sono invece aumentate le denunce nei settori che hanno incrementato le loro attività in seguito alla riapertura in post lockdown: i servizi di alloggio e ristorazione presentano il 6,4% contro il 2,5% precedente, anche per trasporti e commercio si registrano aumenti consistenti con il passaggio, rispettivamente, dall’1,1% al 4,9% e dall’1,4% al 3,4%).

 

Fonte: INAIL, “Scheda nazionale infortuni COVID – i dati sulle denunce da COVID-19”

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