
Cosa dice il DLgs. 231/01?
Il DLgs. 231/01 è stato introdotto nella legislazione nazionale con l’iniziale proposito di reprimere i reati che ogni ente può commettere contro la pubblica amministrazione.
Il Decreto, infatti, indica al suo interno gli illeciti che l’organizzazione può commettere ossia i cosiddetti “reati presupposto”.
Nel corso degli anni il novero dei c.d. reati presupposto previsti dal DLgs. 231/01 ha subìto una progressiva estensione ad innumerevoli fattispecie, già previste nel codice penale, quali ad esempio i reati legati alle norme antinfortunistiche (ex. art. 25 septies del DLgs. 231/01) ed i reati ambientali (ex. art. 25 undecies del DLgs. 231/01).
All’art. 25 del DLgs. 231/01 vengono indicati i reati presupposto oggetto di analisi nel presente decreto.
Tali reati sono già previsti dal codice penale italiano.
Tuttavia, mentre il codice penale attribuisce per ognuno di tali illeciti una pena alla persona fisica che li commette; il DLgs. 231/01, invece, disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi che dipendono da un reato.
Per meglio chiarire il concetto, il codice penale punisce la persona fisica, mentre il DLgs. 231/01 prevede delle sanzioni amministrative per l’ente all’interno della quale viene commesso uno dei reati elencati nell’art. 25 del DLgs. 231/01.
Quali sono le novità del DLgs. 231/01?
Una delle novità introdotte dal DLgs. 231/01 nel panorama giuridico italiano consiste nella netta distinzione tra persona giuridica e persona fisica. Il concetto di persona fisica (= è la persona umana, l’essere umano, che rileva per la sua particolare natura fisica) era già stato descritto dal nostro ordinamento giuridico quale soggetto agente che commette un reato.
Tale soggetto agente può, tuttavia, commettere un reato a beneficio o vantaggio dell’ente per il quale opera.
Il DLgs. 231/01 definisce le sanzioni a capo dell’ente, attribuendo alla stessa la responsabilità della commissione dell’illecito.
Quindi il suddetto decreto introduce un nuovo concetto giuridico ossia la “Responsabilità dell’ente”, attribuendo la responsabilità del reato non solo alla persona fisica ma anche all’ente.
A tal proposito l’art. 5 del DLgs. 231/01 chiarisce, tuttavia, che l’ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio.
A chi si applica il DLgs 231/01?
Le disposizioni previste nel DLgs. 231/01 si applicano agli enti forniti di personalità giuridica quindi a tutte le imprese.
Mentre non si applicano allo Stato, agli enti pubblici territoriali, agli altri enti pubblici non economici nonché agli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale (in quanto la ratio sottesa all’introduzione, nell’impianto ordinamentale nazionale, del testo legislativo in esame si sostanzia nella finalità preventiva di reprimere i reati contro la pubblica amministrazione).
Cos’è il Modello Organizzativo Gestionale (MOG) ai sensi del DLgs. 231/01?
Il DLgs. 231/01 suggerisce quale strumento utile per controllare l’organizzazione ed evitare la commissione dei reati in esso previsti, l’implementazione di un Modello Organizzativo Gestionale (MOG).
Diversamente dall’applicazione del DLgs. 231/01 che è prescrittiva, l’implementazione del Modello Organizzativo Gestionale (MOG) non ha carattere di obbligatorietà, ma è volontaria.
Il Modello Organizzativo Gestionale (MOG) è costituito da un insieme di documenti che consentono un costante controllo interno dell’organizzazione e che indicano nello specifico come l’organizzazione monitora le sue attività al fine di evitare la commissione dei reati ad essa applicabili.
Il MOG si articola secondo quanto segue:
- il Documento “Parte generale”,nel quale viene descritta l’Organizzazione gerarchico-funzionale (eventuale sistema di deleghe adottato), le modalità di costruzione del modello, e la sua divulgazione all’interno della stessa e la relativa formazione dei lavoratori;
- i cosiddetti Documenti “Parte speciale” del MOG riferiti alle varie tipologie di reati presupposto previsti nel D.Lgs. 231/2001. In tali documenti viene riportata la mappatura dei rischi per i reati applicabili all’organizzazione;
- il Codice Etico-Comportamentale esplicita in maniera formale le regole di condotta definite dall’Organizzazione alle quali tutti i componenti della stessa devono attenersi;
- il Sistema Disciplinare–Sanzionatorio interno all’organizzazione, tale documento indica i principi del CCNL applicato, le disposizioni sanzionatorie a carico dei soggetti che collaborano senza essere dipendenti, ecc.
- presenza di un Organismo di Vigilanza interno regolamentato da apposito Statuto e regolamento.
Le indicazioni contenute nei documenti sopraelencati, devono essere correttamente applicate all’interno dell’organizzazione come previsto da qualsiasi modello organizzativo.
Inoltre, la documentazione parte integrante del MOG deve essere costantemente verificata e mantenuta aggiornata.
Cos’è l’Organismo di Vigilanza (OdV)?
Essendo il Modello Organizzativo Gestionale (MOG) uno strumento di controllo interno all’organizzazione che lo implementa, si rende necessaria l’istituzione di un Organismo di Vigilanza (OdV).
Tale organismo può essere costituito da uno o più componenti interni o esterni all’azienda a seconda della sua complessità. Il DLgs. 231/01 prescrive la sussistenza di determinati requisiti per tale organismo di controllo interno, ossia deve:
- essere dotato di poteri di iniziativa e controllo;
- avere accesso a tutte le informazioni e documenti aziendali;
- essere dotato di tutte le risorse, anche economiche, necessarie per espletare i propri compiti;
- essere dotato di autonomia (non sottoposto ad altri ruoli nell’organigramma);
- essere caratterizzato da requisiti di onorabilità, professionalità e non incompatibilità con la propria funzione di controllo.
La funzione dell’OdV consta nel vigilare e monitorare sull’osservanza delle indicazioni contenute nel MOG e garantirne il suo costante aggiornamento.
Cosa si intende per esimenza?
Secondo quanto previsto dal DLgs. 231/01 l’organizzazione è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente stesso o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso; da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza da parte della medesima.
Tuttavia, l’ente non risponde se le persone indicate hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi.
È necessario evidenziare che l’ente non risponde del reato, anche se commesso nel suo interesse o a suo vantaggio, se dimostra di aver adottato ed efficacemente attuato prima della commissione del fatto un Modello Organizzativo Gestionale (MOG).
La corretta applicazione del Modello Organizzativo Gestionale (MOG) consente l’esclusione per l’ente dalla responsabilità amministrativa per il reato commesso ossia la cosiddetta esimenza.
L’esimenza consente di evitare:
- l’applicazione di sanzioni di natura pecuniaria a carico dell’ente stesso
- sanzioni di natura interdittiva quali:
- interdizione dall’esercizio dell’attività;
- sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessione;
- divieto di contrattare con la P.A.;
- esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi;
- divieto di pubblicizzare beni o servizi.
Le misure interdittive possono causare gravi danni all’ente che ne sia soggetto. Pertanto, evitare l’applicazione di tali limitazioni prescrittive consente, in sede di giudizio, di garantire il proseguo delle attività.
C’è relazione tra i sistemi di gestione ed il MOG 231?
Ai sensi del DLgs. 231/01, non vi è conflitto tra i Sistemi di Gestione ed il MOG. Quest’ultimo, infatti, non è uno strumento di controllo chiuso, ma spesso si avvale dei sistemi di gestione stessi per il monitoraggio e controllo dei vari processi sensibili quali, a titolo esemplificativo, sistemi di gestione Ambientale – ISO 14001; Responsabilità Sociale – SA 8000; Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro – BS OHSAS 18001 e Linee Guida UNI INAIL 2001.
Per quanto attiene i reati presupposto legati alla Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, il legislatore ha riconosciuto un valore aggiunto alla interazione tra il MOG ed i Sistemi di Gestione Salute e Sicurezza.
Infatti, nell’art. 30 del DLgs. 81/08, il legislatore dispone che l’adozione di un MOG ai sensi del DLgs. 231/01 (efficacemente attuato) e l’implementazione di un sistema di gestione secondo il BS OHSAS 18001:2007 o le Linee guida UNI INAIL del 2001 comportano l’efficacia esimente dalla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al DLgs. 231/0.
Medesimo approccio si sta sviluppando anche per gli altri sistemi di gestione ISO 14001 (Ambiente), SA 800 (Responsabilità Sociale),etc. i quali vengono considerati strumenti di controllo di supporto al MOG ai sensi del DLgs. 231/01.
Quali sono i vantaggi dell’adozione di un MOG 231/01 e quelli dell’implementazione di un Sistema di Gestione OHSAS 18001?
Come precedentemente indicati, l’efficace adozione di un Modello Organizzativo Gestionale (MOG) consente all’Ente (o meglio alla Persona Giuridica) di usufruire dei seguenti vantaggi:
Vantaggi Diretti:
- non essere sottoposto a sanzioni di natura pecuniaria ed interdittiva, quali:
- interdizione dall’esercizio dell’attività;
- sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze o concessione;
- divieto di contrattare con la P. A.;
- esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi;
- divieto di pubblicizzare beni o servizi.
- Maggiore condivisione con tutte le figure aziendali e con tutti i lavoratori di quanto previsto dalle normative vigenti (sicurezza sul lavoro, ambiente, etc);
- Maggiore facilità di accesso a bandi di gara della Pubblica Amministrazione ed di aziende di grandi dimensioni.
Gli audit sono validi strumenti di sorveglianza per l’organismo di vigilanza?
Gli audit ossia le verifiche ispettive sono un tipico strumento di controllo dei sistemi di gestione.
Tale strumento può essere utilizzato anche nell’applicazione del Modello Organizzativo Gestionale (MOG), in quanto risponde alla medesima necessità di verificare la compliance dell’organizzazione rispetto alla normativa cogente, ed ai regolamenti ed indicazioni interne descritte nel Modello Organizzativo Gestionale.
Sempre più spesso, infatti, gli Organismi di Vigilanza si avvalgono di tecnici esterni per verificare il rispetto delle prescrizioni normative, norme tecniche, etc. in particolar modo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ed in materia ambientale.
Ciò avviene in quanto il decreto stesso prevede il controllo di tutti i processi nei quali possa essere commesso uno o più reati presupposto.
Pertanto, l’indagine di alcuni processi prevede la verifica della corretta applicazione di normative tecniche estremamente specifiche che richiedono il supporto di professionisti al fine di garantire la competenza nell’indagine oltre all’imparzialità della stessa.