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L’emendamento proposto dalla commissione Ambiente mette in discussione il sistema di etichettatura alimentare raccomandato dalla Gran Bretagna, portandone all’attenzione la scarsa valenza scientifica e le implicazioni sul mercato in termini di distorsione della concorrenza.

L’etichettatura a semaforo indica le informazioni nutrizionali degli alimenti tramite una semplificazione a tre colori che porta, per assurdo, a declassificare le eccellenze italiane.

Ne sono esempio formaggi prelibati, oli extravergini e salumi nostrani che, per via dell’alto tenore di grassi, risultano penalizzati sul mercato, con un notevole danno d’immagine e reputazione.

Ne traggono invece spesso vantaggio alimenti riformulati e prodotti industriali, poveri di grassi, zuccheri e sale, nonostante la compensazione di additivi e dolcificanti artificiali.

Il sistema di etichettatura a semaforo era già nel mirino della Commissione Ue con la procedura d’infrazione aperta a ottobre per violazione delle norme sulla libera circolazione delle merci.

La non correttezza delle informazioni nutrizionali fornite rischia inoltre di fuorviare la percezione e il giudizio del consumatore, a causa di un sistema che dovrebbe, come intento, aiutarlo in una scelta consapevole.

Un potenziale rischio per salute dei consumatori che sembra fare dell’etichettatura a semaforo un sistema discriminatorio più che di tutela, come denunciato fin da subito da diversi paesi del sud Europa e associazioni di categoria.

Non resta che aspettare il giudizio della Commissione europea.

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