
E’ disponibile online il testo edito da EPC editore con prefazione del Prof. Agostino Macrì “Etichettatura degli alimenti e informazioni ai consumatori – Commento teorico e pratico al Reg. UE 1169/11 e alla normativa verticale di settore. Casi pratici”.
Abbiamo intervistato l’autrice Daniela Maurizi, da 20 anni in prima linea nella consulenza in materia di sicurezza alimentare per numerose aziende con sistemi certificati:
Cosa vi ha spinto a scrivere questo testo?
La necessità di un testo aggiornato che potesse essere utile alle aziende di produzione nella corretta applicazione delle norme previste dal Reg. UE 1169/11 e dalla normativa verticale specifica per le diverse categorie di alimenti.
La necessità di un testo facile da consultare e da comprendere per gli addetti ai lavori ma anche per l’operatore nuovo al mondo alimentare e all’etichettatura.
Qual’è il valore aggiunto di questo libro?
Il testo prevede un primo capitolo con l’indicazione delle sole novità apportate dal nuovo regolamento: in questo modo l’operatore che deve solo aggiornare l’etichetta del suo prodotto ha uno strumento pratico ed immediato da utilizzare.
- Vengono presentati esempi pratici per la corretta applicazione di quanto prescritto dal regolamento e da tutta la normativa verticale specifica per le diverse categorie di alimenti.
- Viene finalmente fatta chiarezza sulla simbologia (simboli per riciclaggio imballi, certificazioni volontarie, ecc.) che vengono riportati sulle etichette, molto spesso con poca consapevolezza del reale significato.
- Viene presentata una serie di domande nate dai dubbi di aziende alimentari e raccolte in anni di consulenza e viene indicata la giusta interpretazione della normativa.
In che direzione stanno andando l’Unione Europea e l’Italia in questo settore?
Cosa ci dobbiamo aspettare?
L’obiettivo dell’Unione Europea nell’ambito alimentare e quindi anche nel campo dell’etichettatura, è quello di uniformare il mercato per facilitare gli scambi tra i vari paesi membri.
L’Unione Europea vuole tener conto delle differenze di percezione dei consumatori e delle loro esigenze e stabilisce norme che garantiscano un livello elevato della loro sicurezza. Vuole garantire però, allo stesso tempo, il corretto funzionamento del mercato interno. Da qui nascono proposte o norme come la possibilità di utilizzare il latte in polvere nei formaggi o l’abolizione dell’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Proposte queste che invece stonano con la percezione e le esigenze del consumatore italiano.
Per quanto riguarda l’Italia, va detto che proprio in questi ultimi giorni ci si sta muovendo per soddisfare queste esigenze. L’ultima notizia risale al 10 settembre, quando il Consiglio dei Ministri ha dato l’avvio all’iter normativo per rendere di nuovo obbligatoria l’indicazione dello stabilimento di produzione sulle etichette dei prodotti alimentari. A seguito della forte richiesta da parte del Ministero della Salute e del MIPAAF, è stato infatti dato l’avvio allo schema di disegno di legge che contiene il ripristino dell’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione.
Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate dalle aziende?
Nell’applicazione del regolamento, le aziende hanno e stanno tuttora riscontrando molte difficoltà soprattutto nella corretta modalità di indicazione delle varie informazioni obbligatorie. La struttura del regolamento stesso non è infatti di semplice ed immediata consultazione e ciò non ha fatto altro che creare interpretazioni sbagliate o non complete.
Naturalmente le aziende hanno dovuto sostenere dei costi cospicui nella revisione delle loro etichette: investimenti sia economici che di tempo. Quindi avere uno strumento veramente pratico per la revisione delle etichette e sapere a chi rivolgersi per una consulenza completa, è sicuramente un aspetto fondamentale.
Va inoltre considerato che molte aziende, soprattutto a livello artigianale, non erano e non sono tuttora dotate di attrezzature (stampanti, etichettatrici,ecc.) in grado di soddisfare a pieno quanto previsto dal regolamento (per esempio l’indicazione con un carattere diverso gli allergeni, il rispetto dell’altezza minima dei caratteri, ecc.) e questo ha comportato altri problemi nell’applicazione del regolamento.