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“Export or not to export”, questo è il problema!

By 24 Febbraio 2017Luglio 26th, 2022Sicurezza Alimentare3 min read
food made in italy

La tanto temuta globalizzazione è realtà da ormai molti anni, da quando cioè i mercati di tutto il mondo sono stati uniti dai nuovi mezzi di comunicazione che hanno permesso di ridurre notevolmente le distanze tra i diversi Paesi.

In questo modo si è potuto creare un mercato nuovo, soprattutto per quei prodotti di elevata qualità come quelli del settore agroalimentare Italiano.

Da molti anni assistiamo ormai ad un incremento generale dei volumi di esportazione, e tale andamento sembra destinato a continuare.

Il C.R.E.A. ha pubblicato un resoconto relativo ai dati delle esportazioni (e anche delle importazioni) effettuate dall’Italia nel corso del 2015 (i dati 2016 sono ancora in fase di elaborazione) dai quali si nota esattamente questa tendenza alla crescita.

Riportiamo di seguito alcun tabelle relative ai flussi di mercato dei principali scenari.

In questa tabella sono riportate le variazioni percentuali, rispetto all’anno precedente.

 

Tabella 1 dati export alimenti 2015

 

In questa seconda tabella un riepilogo sintetico della variazione % rispetto all’anno precedente;

 Tabella 2 dati export alimenti 2015

spicca sicuramente il Nord America, data anche la vastità del bacino di utenza, il Centro America e l’Asia, oltre ad un incremento ben evidente per tutta l’area del Bacino del Mediterraneo.

Laddove vi siano stati dei decrementi, leggi Sudamerica in particolare l’area MERCOSUR, che raggruppa i principali Paesi del continente (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela), ciò potrebbe spiegarsi anche semplicemente con delle normali fluttuazioni di mercato.

L’aspetto saliente è che comunque il prodotto Italiano è sempre molto apprezzato all’estero perché se ne valorizza l’origine e il consumatore medio sa che sta acquistando un alimento di qualità superiore, frutto di una tradizione alimentare di lunga data.

 

servizi-per-esportazione

 

Questo discorso diventa ancora più valido quando si porta all’estremo il prodotto italiano, quando cioè si reclamizza il “made in Italy” sia con scritte che con immagini o figure.

La bandiera Italiana o la figura dello “stivale” sull’etichetta di un alimento fanno sempre la loro bella figura e invogliano il consumatore all’acquisto (si potrebbe quasi dire che siano una sirena irresistibile).

Nella tabella seguente sono riportati i dati relativi ai commerci dei prodotti “made in Italy” per il 2015, divisi per categoria.

 

 Tabella dati esportazione alimenti per categoria alimentare 2015

 

Come è possibile vedere, il made in Italy in campo agroalimentare, dal 2009 ad oggi non ha subito flessioni, vale a dire che è una sicurezza consolidata per il consumatore medio in giro per il mondo.

I dati che abbiamo visto fin qui sicuramente sono incoraggianti e stanno ad indicare che il mercato dell’export è più vivo che mai.

Naturalmente non vanno sottovalutate le insidie che questo mercato può proporre, sotto forma di controlli alle dogane, etichettatura non conforme, ingredienti non consentiti e via dicendo.

Mille sono le sfaccettature da tenere in considerazione per cercare di far guadagnare visibilità al proprio prodotto sul mercato, che molto spesso non riguardano (solo) l’aspetto del marketing.

Il giusto approccio è quello di conoscere le normative dei Paesi verso i quali si voglia esportare, ancora prima di progettare un prodotto; non è detto infatti che la tanto sudata ricetta, frutto di prove infinite, sia ammissibile nel Paese di destinazione (molto spesso sono gli additivi a farci cadere in fallo, altre volte sono le quantità degli ingredienti più semplici); una volta fatto ciò bisogna passare alla fase successiva, cioè progettare un’etichetta che riesca a far convivere il messaggio promozionale con gli obblighi di legge (altro compito non semplice vista la miriade di sfumature normative che si trovano nei diversi Paesi).

Infine sarà necessario superare i controlli doganali, dove lo scoglio potrebbe essere una dichiarazione di origine piuttosto che un’altra.

A conti fatti dunque l’esportazione di alimenti verso i mercati Esteri è senz’altro un settore dove investire, ma dove allo stesso tempo è bene andare preparati per non rischiare che il nostro prodotto non ottenga il successo sperato.

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