
Il Radon è un gas nobile, inerte, incolore, inodore circa 8 volte più denso dell’aria.
È un gas naturale proveniente da una successione di decadimenti radioattivi a partire dall’Uranio 238 presente nelle rocce di origine magmatica della crosta terrestre (tufo, granito, ecc.).
Gli effetti dannosi del Radon sono dovuti essenzialmente ai suoi prodotti di decadimento che, liberi o legati al pulviscolo atmosferico o alle particelle di aereosol presenti nell’aria possono essere inalati e si depositano sull’epitelio bronchiale rilasciando elevate dosi di radiazioni α in grado di produrre neoplasie polmonari.
La probabilità del danno è proporzionale alla concentrazione del Radon nell’aria inalata, alle ore di esposizione e al fattore di equilibrio tra il radon e i prodotti di decadimento.
Secondo l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro (IARC Pubblication 65) il Radon è inserito nella categoria di cancerogenicità al Gruppo I (evidenza sufficiente di cancerogenicità per l’uomo).
Il Radon emergente dal suolo o portato in superficie dalle acque di falda si disperde nell’atmosfera producendo nei luoghi aperti concentrazioni molto basse, mentre nei luoghi chiusi come i piani interrati e seminterrati degli edifici si possono raggiungere concentrazioni elevate. Le concentrazioni negli edifici possono essere così elevate da poter provocare neoplasie polmonari.
L’ingresso del Radon negli edifici avviene essenzialmente dal suolo sottostante o a contatto con le pareti perimetrali ed è legato a fattori geologici (porosità delle rocce dove il gas si origina, permeabilità del terreno) e a fattori strutturali degli edifici stessi (crepe, fessurazioni, cavedi per il passaggio dei cavi, aperture per il passaggio di tubazioni, ecc.). Il flusso in ingresso può essere ridotto impiegando dei sistemi idonei.
I materiali usati nelle costruzioni possono contribuire, a volte in maniera significativa, alla concentrazione del Radon negli edifici se contengono percentuali elevate di precursori del Radon.
La concentrazione di radon può essere significativamente ridotta utilizzando degli appositi sistemi di areazione o accorgimenti strutturali.
L’esperto qualificato è la persona formata e addestrata per valutare e risolvere il problema di una esposizione elevata al gas Radon mettendo in atto tutta una serie di soluzioni più o meno semplici ed economiche.
In generale possiamo dire che per ridurre la concentrazione di gas Radon la soluzione più semplice è aumentare il ricambio di aria; questa soluzione, anche abbastanza economica, permette di ridurre notevolmente la concentrazione di Radon in aria e i suoi possibili effetti dannosi.
Qualora sia presente il gas Radon in concentrazione elevata (500 Bq/m3) negli ambienti di lavoro è necessario contattare un Esperto Qualificato in radioprotezione contro il pericolo delle radiazioni ionizzanti che redigerà una relazione dove verranno indicate le valutazioni delle dosi assorbite dagli esposti e i rimedi da mettere in atto per ridurre la concentrazione di Radon in aria.
La normativa impone la comunicazione a ASL, ARPA e Direzione Territoriale del Lavoro del superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente (D.Lgs. 241/2000).
La normativa impone la valutazione della concentrazione del gas Radon in aria per tutti i locali considerati luoghi di lavoro situati ai piani interrati e seminterrati.
Pur non essendo imposto dalla normativa vigente le linee guida consigliano di monitorare la presenza del gas Radon in qualunque locale interrato e seminterrato per valutare la presenza del rischio Radon.