La campilobatteriosi è una delle malattie batteriche gastrointestinali più comuni nell’Unione Europea e il suo tasso di incidenza ha superato in alcuni Paesi europei quello relativo alle salmonellosi non tifoidee. La sua diffusione negli ultimi 10 anni ha registrato un incremento e rappresenta un problema di salute pubblica di impatto socio-economico considerevole.
Campylobacter spp. è l’agente patogeno di origine alimentare più comune nell’Unione Europea (UE).
Da un punto di vista epidemiologico le infezioni umane sono prevalentemente associate al consumo di carni di pollo. Altre fonti includono il contatto animale diretto e l’ambiente. Le conclusioni di un recente parere dell’EFSA confermano che la manipolazione, la preparazione e il consumo di carne di pollo possono contribuire al 20%-30% dei casi umani, mentre il 50%-80% è associato al serbatoio animale nel suo complesso (polli da carne e galline ovaiole) attraverso vie di trasmissione alternative a quelle alimentari (ad esempio a partire dall’ambiente o per contatto diretto)
Un fattore di rischio significativo invece, associato alla fase del consumo ed in particolare alla preparazione in ambito domestico, è rappresentata dalla contaminazione crociata di altri alimenti e delle superfici di lavoro a partire dal pollo contaminato.
I risultati di alcuni studi hanno dimostrato che riducendo la carica di Campylobacter nell’intestino al momento della macellazione, si ottiene una riduzione del rischio per la salute pubblica di almeno il 90%. Fondamentale è anche il controllo delle fasi e dell’ambiente di macellazione
Episodi epidemici di infezione da Campylobacter sono stati associati anche al consumo di acqua o latte contaminati e da alimenti a rischio consumati crudi (formaggi a latte crudo).
Il nostro laboratorio offre un servizio completo per il controllo e monitoraggio dell’intera filiera produttiva per il Campylobacter negli ambienti di allevamento, nelle materie prime, nei prodotti della macellazione, nei prodotti finiti. Le analisi offerte prevedono l’analisi colturale standard e, in alternativa, l’analisi mediante Real time PCR: quest’ultima viene suggerita alle aziende di produzione perché fornisce risultati rapidi in caso di negatività, permettendo il repentino sblocco dei lotti.