Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il C.E.T.A. (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo economico che promette scambi molto vantaggiosi tra Unione Europea e Canada.
Per le nostre considerazioni in merito rimandiamo al nostro precedente articolo sull’argomento.
Rispetto al “capitolo precedente” riguardante questo accordo, risalente allo scorso 30 Ottobre, è intervenuto tuttavia un avvenimento che indirettamente né influenzerà l’efficacia (in positivo).
A seguito del risultato elettorale negli U.S.A. infatti, le trattative in corso tra Europa e U.S.A. inerenti il T.T.I.P. (il trattato analogo al CETA ) sembrano definitivamente arenatesi.
Questo lascia spazio a interessanti sbocchi di mercato, in quanto il Canada potrebbe in questo modo diventare un mercato sul quale sarebbe molto conveniente esportare.
Se da un lato infatti gli Stati Uniti rimangono un bacino di utenza molto vasto in termini di popolazione, dall’altro la maggiore tutela della quale da oggi i nostri prodotti godranno sul mercato canadese, li renderà più competitivi.
Basti pensare che con la tutela dei marchi D.O.P. e I.G.P. non assisteremo più allo sviluppatissimo fenomeno dell’Italian Sounding (i vari “Parmesan” e affini).
Tutto questo si unisce anche alla volontà da parte del governo Canadese di dare una svolta nel campo dell’etichettatura degli alimenti, con sostanziali cambiamenti che si svilupperanno nel corso dei prossimi cinque anni.
Maggiore attenzione dovrà quindi essere applicata dalle aziende nella realizzazione/progettazione di etichette, con il vantaggio però di poter finalmente far risaltare le caratteristiche che rendono i nostri prodotti unici.
Dunque la situazione è in costante fermento e il Canada, finora considerato come il fratello minore degli U.S.A., rischia seriamente di diventare un punto di riferimento per le aziende Europee in campo alimentare.