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Il Food Safety Modernization Act

By 18 Maggio 2016Agosto 1st, 2022Sicurezza Alimentare4 min read
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Il Food Safety Modernization Act, la cui genesi risale al 04/01/2011, prevede una serie di aggiornamenti normativi volti a prevenire i pericoli legati alla sicurezza alimentare.

È stato pensato per cambiare radicalmente approccio, focalizzando l’attenzione sui controlli “a monte” per evitare il presentarsi dei vari pericoli; questa norma è arrivata alla sua stesura finale e molte sono le novità che riguardano le aziende sia operanti sul territorio Statunitense, sia operanti all’estero.

Tra i nuovi obblighi per i produttori esteri, dei quali però vi era già notizia da alcuni anni, vi è quello di registrazione dell’azienda presso la F.D.A. (Food & Drug Administration) e di mettere a disposizione i propri piani di autocontrollo agli importatori Statunitensi che ne facciano richiesta.

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Una novità per la quale è stata emanata una “final rule”, vale a dire che è stata approvata in via definitiva, è quella relativa all’elaborazione dei cosiddetti Food Safety Plans, equiparabili ai nostri Piani di Autocontrollo ma con alcune differenze.

La F.D.A. mette a disposizione delle aziende sul proprio sito un riepilogo delle principali novità inerenti gli obblighi da assolvere.

La versione Italiana delinea una serie di obblighi che poco si discostano da quanto dovrebbe prevedere un qualsiasi piano di autocontrollo ben realizzato.

Tuttavia vengono presi in considerazione aspetti particolari, quali i pericoli introdotti volontariamente in una azienda alimentare, che di norma vengono gestiti nell’ambito della cosiddetta “food defense”.

Altra novità riguarda le figure professionali che sono coinvolte nella stesura dei Food Safety Plans di cui sopra.

La norma individua infatti un P.C.Q.I. (Preventive Control Qualified Individual), che dovrà occuparsi di redigere tali piani.

Per tale figura la F.D.A. stabilisce una serie di requisiti alternativi che elenchiamo di seguito:

“To be a preventive controls qualified individual, the individual must have successfully completed training in the development and application of risk-based preventive controls at least equivalent to that received under a standardized curriculum recognized as adequate by FDA.”

“or be otherwise qualified through job experience to develop and apply a food safety system. Job experience may qualify an individual to perform these functions if such experience has provided an individual with knowledge at least equivalent to that provided through the standardized curriculum.”

Le alternative proposte sono dunque quelle di seguire un corso di formazione specifico, secondo quanto stabilito da un organismo terzo incaricato dalla Food and Drug Administration, oppure di poter dimostrare una conoscenza di procedure nel campo della sicurezza alimentare almeno pari a quanto previsto nel suddetto corso.

L’organismo incaricato della formazione è il F.S.P.C.A. (Food Safety Preventive Controls ALliance), il quale individua i docenti in grado di erogare corsi ma mette anche a disposizione delle aziende un manuale con gli argomenti del corso, per poter mettere a confronto le proprie conoscenze acquisite, con quelle richieste.

Ecco un link al manuale.

Il Food Safety Modernization Act prevede anche delle novità per gli importatori (cioè le figure che, essendo presenti sul territorio Statunitense, sono il trait d’union tra aziende e F.D.A.), nella misura in cui verrà loro richiesto sia di eseguire dei “preventive controls” sulle aziende estere, sia di accertarsi che queste abbiano implementato dei Food Safety Plans adeguati.

Da ciò l’obbligo per le aziende estere di predisporre dei piani di autocontrollo in lingua inglese, facilmente consultabili su richiesta.

Alle aziende è stato dato un anno di tempo dalla pubblicazione della final rule (la scadenza sarà il  19/09/2016), per adeguarsi; tuttavia sono state previste delle eccezioni, in base alla tipologia di azienda. In particolare per:

  • Imprese molto piccole (con una media di meno di 1 milione di dollari all’anno (corretto per inflazione) che include la vendita annuale di alimenti destinati al consumo umano e il valore di mercato degli alimenti prodotti, lavorati, confezionati o immagazzinati senza essere venduti): Tre anni, ma con l’obbligo di presentare la documentazione a supporto dello status di impresa  molto piccola entro il 01/01/2016
  • Piccole imprese (imprese con meno dell’equivalente di 500 dipendenti a tempo pieno): Due anni

Come tutte le norme emanate dalla F.D.A., anche questa è molto corposa e molti sono gli aspetti da prendere in considerazione; per ora dunque, anche visto il periodo di applicazione esteso a due anni per le piccole imprese (nel novero delle quali possono rientrare molte realtà aziendali italiane) il consiglio è quello di rivolgersi direttamente all’importatore il quale è sicuramente la figura più autorevole in questo momento, per dare indicazioni sul soddisfacimento o meno di quanto previsto dalla nuova norma.

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