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La chimica dello sviluppo

By 28 Luglio 2011Varie4 min read

Dall’insegnamento nelle università e nelle scuole all’apporto di esperienza e conoscenze nei diversi settori dell’industria, ricerca, pubblica amministrazione, nel campo sanitario e farmaceutico fino all’analisi e consulenza.

Sono i campi dove il chimico può dare il suo contributo per la produttività ed efficienza del Paese dal campo ambientale e dello sviluppo sostenibile.

Enormi traguardi sono stati raggiunti dalla chimica per lo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica e molti sono ancora raggiungibili. I guai connessi all’uso delle sostanze chimiche non sono legati alle scoperte (70mila i prodotti utili alla nostra quotidianità inventati dagli scienziati), che anzi sono state pietre miliari nel processo di civilizzazione e modernizzazione, bensì agli errori commessi nella mancata valutazione delle conseguenze sugli utilizzatori o sull’ambiente. Ed è qui che serve l’aiuto del chimico.

Il Regolamento europeo Reach (Reg CE 1907/2006) obbliga a effettuare test di tossicità ed eco-compatibilità per ogni nuova sostanza chimica.

In questo senso passi sono stati compiuti con la ‘chimica verde’ già 20 anni fa per  combattere gli sprechi, ridurre i costi energetici attraverso l’uso di ingredienti e materie prime ecocompatibili. Da qui la scoperta di pastiche biodegradabili, prodotti per la bioedilizia (laterizi bio, lana di vetro, fibra di legno), della concia ecologica (“concia bianca” che utilizza sostanze organiche al posto del cromo); dei nano materiali (come il grafene, fogli di grafite dello spessore di un atomo più resistente dell’acciaio); dei liquidi ionici; degli adesivi al cardanolo (estratto dal guscio degli anacardi); della bioplastica derivata dall’amido di mais (Mater-bi della Novamont).

Il professore Marino Melissano, vicepresidente di Altroconsumo intervenendo al XV Congresso nazionale dei chimici, ha fatto un elenco ben preciso dei settori dove  il contributo del chimico può essere essenziale. Sono i chimici a studiare i nuovi materiali applicati nel settore delle energie alternative o in quello delle  nano cellulose, dal kevlar usato per freni, pneumatici, vele o giubbotti antiproiettili alle nano cellulose usate anche nella costruzione delle auto (uso di fibre di ananas e banane per la costruzione di parti di carrozzerie).

Fondamentale è il ruolo del chimico nell’educazione ambientale per la guida delle giovani generazioni verso un impegno ad acquistare la consapevolezza della necessità di adottare nuovi stili di vita e a farsi promotori del cambiamento. Processi formativi per introdurre i principi della sostenibilità all’interno di scuole, luoghi di lavoro, dello sport e del tempo libero.

In tema di consumi sostenibili è attraverso una formula chimica che si può calcolare l’impronta  ecologica pro-capite (biocapacità), un indice statistico che mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle. Ad esempio si può sapere quanto costa ogni alimento in termini di energia, sia per la sua produzione, che per il suo confezionamento, che per il suo trasporto, nonché quanto costa in termini di anidride carbonica emessa. Sappiamo che  l’origine dei prodotti è obbligatoria (mirtilli dal Cile, mele spagnole, aglio cinese ecc…) ma forse non che comprando prodotti locali si potrebbe risparmiare il 20% dei costi ogni mese e 1000 kg di Co2 l’anno.

Ma sicurezza alimentare significa anche conoscenza e diffusione delle norme, tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti, conoscenza delle certificazioni di qualità e ambientali e dei marchi cogenti e volontari, conoscenza e osservanza dei principi di igiene casalinga, lettura attenta delle etichette alimentari, adeguata politica dei controlli, affidati a professionisti chimici, corretta informazione, formazione continua in educazione alimentare, denunce di non conformità alle norme o all’igiene, cambiamento del proprio stile i vita se scorretto.

Nella bioedilizia è ancora il chimico che studia i nuovi materiali e li applica in collaborazione con ingegneri e designers. La casa ecologica è fatta con materiali naturali, sicuri per chi li produce, per chi li mette in opera, per chi abita e per l’ambiente (mattoni pieni d’argilla, legno, vetro). Prima regola è costruire una casa che respiri, seconda regola utilizzare materiali che non emettano sostanze dannose per la salute (poliuretano, formaleide, solventi sintetici, piombo). Sfruttamento dell’energia solare e uso di pompe di calore, di camere d’aria, finestre isolanti, serbatoi per il riciclo dell’acqua piovana.

Enti pubblici e aziende private possono volontariamente certificare il proprio impegno per l’ambiente attraverso l’EMAS eco-management and audit scheme (sistema di eco-gestione ed audit). Auditors degli enti di certificazione e consulenti aziendali per le certificazioni sono spesso chimici.

E’ quindi fondamentale iniziare a fidarsi della chimica e delle sue tecnologie prendendo coscienza che la conoscenza dei pericoli intrinseci di alcune sostanze pericolose è alla base della gestione dei rischi connessi con i loro usi industriali. Il chimico è la figura professionale alla quale il cittadino si deve rivolgere per ottenere informazioni, certezze e garanzie.

Ruolo del chimico che resta centrale nel campo medico, farmacologico  ed in quello cosmetico ed in tutte le discipline emergenti nel settore dietetico nutrizionale. Come nella questione del doping e dei controlli effettuati sugli atleti che tentano spesso di giustificare le positività ai test.

IL DECALOGO

Come diventare un consumatore sostenibile:

1-      compra meno

2-      compra leggero

3-      compra durevole

4-      compra semplice

5-      compra vicino

6-      compra sano

7-      compra giusto

8-      compra prudente

9-      compra sincero

10-  investi in giustizia

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