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Le allerte alimentari di inizio estate: Giugno 2017

By 7 Luglio 2017Sicurezza Alimentare5 min read
pericoli alimentari giugno

Anche questo mese le preziose segnalazioni pubblicate dal Ministero della Salute ci informano dei pericoli riscontrati su due tipologie di prodotto.

12 giugno 2017 – Farina per pizza di grano tenero tipo 00 – “Gran Mugnaio”, lotto:73103, TMC: 03/05/18 presenza tracce di soia. La segnalazione è rivolta ai consumatori allergici alla soia! Evitate di consumare il prodotto, riconsegnatelo al punto vendita!

12 giungo 2017 – Salame Casereccio “Salumificio Zoratti”, lotto: A12 presenza di Salmonella Typhimurium. Il pericolo microbiologico dovuto alla presenza di Salmonella rende l’alimento non idoneo al consumo, eliminate immediatamente il prodotto se riconoscete marca e lotto identificativo!

 

Le allerte di giugno: quali i pericoli più rappresentati e in quali alimenti si riscontrano

I primi caldi estivi vedono affacciarsi sul palco europeo una serie di pericoli che iniziamo ormai a riconoscere. il maggior numero di allerte riguardano:

  • Il batterio Salmonella guida la classifica (27,8% dei pericoli di giugno), riscontrato in prevalenza nelle carni di pollame e nei prodotti a base di carni di pollame;
  • Contaminazioni da Istamina e Mercurio seguono a breve distanza (15,2% dei pericoli), contaminati i prodotti ittici
  • il batterio E. Coli mostra un deciso incremento rispetto ai mesi precedenti (8,9% dei pericoli), in particolare il ceppo in grado di produrre la tossina Shiga qui inserirei collegamento con l’articolo di maggio in cui ne parlo (batterio STEC). Riscontrati i patogeni nelle carni e nei formaggi.
  • Presenza di allergeni non dichiarati (7,6%) rappresentano una percentuale di allerte non trascurabile. A conferma del fatto che si tratta di un pericolo trasversale, il rischio riguarda categorie di alimenti molto varie (dai piatti pronti, ai cereali, ai prodotti dell’ortofrutta)
  • Seguono le micotossine (6,3%), riscontrate negli alimenti ad esse più congeniali (pistacchi e arachidi, spezie ed erbe, cereali)

 

allerte-alimentari-giugno-2017

 

Se confrontiamo le allerte Europee e quelle che interessano l’Italia (relativamente ad alimenti distribuiti o che hanno origine nel nostro Paese), notiamo che la maggior parte dei pericoli istamina e mercurio rappresentati in Europa transita anche attraverso il nostro Paese. Si tratta di contaminanti presenti nei prodotti ittici, di cui in effetti l’Italia fa un largo consumo.

L’andamento invece dei restanti contaminanti (Salmonella, E. Coli, Allergeni e micotossine) si mantiene in modo piuttosto uniforme: solo una piccola parte degli alimenti oggetto di allerta è distribuita in Italia.

L’efficienza dei controlli sul pescato minimizza sicuramente il rischio di contaminazioni da mercurio e da istamina, noi possiamo contribuire a ridurre ancora il pericolo evitando un consumo eccessivo di pesce, in modo particolare dei pesci predatori di grande taglia che tendono ad accumulare maggiori quantità di contaminanti (pesce spada, tonno…), o magari alternando li con il consumo di specie più piccole (sgombro, sardine, sogliola…).

segnalazioni-allerte-giugno

pericoli-alimentari-giugno

 

Questo tipo di allarme però concorre a rendere plausibile quello che può essere considerato un luogo comune oggi:Il mese di giugno annovera tra le sue allerte, sebbene rappresentato con una percentuale esigua, il pericolo pesticidi, con 2 allerte su prodotti ortofrutticoli (cavolo rosso dal Belgio e patate da Cipro).

Fortunatamente nessuno di questi prodotti è stato commercializzato in Italia.

 

Ma allora è vero che frutta e verdura sono piene di veleni?

Facciamo chiarezza.

 

La definizione corretta è: prodotti fitosanitari.

Si tratta di sostanze che vengono utilizzate principalmente per mantenere in buona salute le piante, proteggendole dall’attacco da parte di parassiti in grado di distruggerle, prevenendo la competizione con altre specie vegetali che comprometterebbero il raccolto, o ancora evitando che in nostri prodotti dell’ortofrutta sviluppino malattie.

Tra questi prodotti troviamo gli erbicidi, gli insetticidi, i fungicidi, i repellenti.

L’efficacia di ciascuno di essi è data dalla “sostanza attiva” che è la responsabile dell’azione specifica sulla pianta stessa o sull’eventuale organismo nocivo che attaccherebbe il vegetale.

 

Noi siamo tutelati?

È proprio qui che entrano in campo le autorità europee e nazionali!

Tra i compiti svolti dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare infatti, uno è proprio la valutazione dei rischi connessi all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. EFSA e Stati membri collaborano per valutare se i principi attivi presenti nei pesticidi possono o meno avere effetti nocivi sulla salute umana, anche se in modo indiretto.

Per esempio attraverso l’inquinamento delle falde acquifere o del suolo, o ancora se sono in grado di provocare danni ambientali su organismi che non rappresentano il loro diretto bersaglio.

Ognuna di queste sostanze è sottoposta ad una attenta valutazione e ad esami rigorosi prima di essere autorizzata.

E non finisce qui!

Una volta che ne è stato autorizzato l’utilizzo, normative specifiche ne regolano i limiti massimi permessi, e numerosi controlli monitorano costantemente il rispetto dei parametri consentiti.

 

I 3 gradi di controllo sui prodotti fitosanitari

EUROPEO: Disciplina i controlli su tutta la filiera, dalla fattoria alla tavola, in particolare:

  • Fornisce pareri e valutazioni scientifiche (EFSA)
  • Emana leggi sulla commercializzazione e utilizzo dei fitosanitari
  • Emana leggi sul controllo di eventuali residui di fitosanitari sugli alimenti

NAZIONALE: il Ministero della Salute coordina e fa da tramite , in particolare:

  • Recepisce le direttive europee e le applica al territorio nazionale
  • Definisce l’iter per l’autorizzazione di tali sostanze (per garantire la sicurezza del consumatore e dell’ambiente)
  • L’Italia ha istituito una commissione consultiva per i prodotti fitosanitari, che fornisce pareri scientifici sulla efficacia ed eventuale tossicità dei principi attivi

TERRITORIALE: a livello regionale le ASL attuano i piani di controllo ufficiale previsti, in particolare

  • Attraverso controlli sugli alimenti di origine vegetale
  • Attraverso controlli sulla commercializzazione ed impiego dei prodotti fitosanitari stessi.

 

L’ultimo rapporto ufficiale sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti emanato dal Ministero della Salute riferisce che oltre il 97% dei campioni analizzati non contenevano residui quantificabili di residui fitosanitari (o in ogni caso tali residui sono risultati inferiori ai limiti di legge).

Un secondo dato incoraggiante per il nostro Paese riporta che solo l’1,1% dei campioni italiani analizzati sono risultati irregolari, contro una media europea del 1,6%.

La capillare organizzazione dei controlli in tutte le fasi della catena alimentare minimizza i rischi derivanti dall’utilizzo dei fitosanitari.

Se da un lato gli insegnamenti dei nostri nonni ci spingono verso un ritorno al prodotto come natura crea, dall’altro dobbiamo oggi fare i conti con le richieste di un mercato sempre più esigente, che vuole trovare a portata di mano, a prezzi accessibili ed in ogni periodo dell’anno prodotti praticamente perfetti.

Dopotutto non dimentichiamo che il mercato siamo noi!

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