Non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana della malattia. Mentre la maggior parte dei primi casi di legionellosi sono stati attribuiti a particelle di acqua aerodisperse, contenenti batteri provenienti da torri di raffreddamento o condensatori evaporativi o sezioni di umidificazione delle unità di trattamento dell’aria, successivamente, numerose infezioni sono risultate causate anche dalla contaminazione di impianti di acqua potabile, apparecchi sanitari, fontane e umidificatori ultrasonici.
Eventi epidemici verificatisi in vari Paesi, che hanno riguardato frequentatori di fiere ed esposizioni nelle quali si sono create condizioni di rischio di infezione da sistemi generanti aerosol (piscine e vasche idromassaggio, esposte a fini dimostrativi, e fontane decorative), suggeriscono l’opportunità di considerare anche queste manifestazioni nell’anamnesi dei casi e nell’indagine epidemiologica.
In Italia negli ultimi venti anni gli eventi epidemici più rilevanti sono stati causati da:
- torri di raffreddamento;
- impianti idrici di strutture turistico ricettive;
- probabilmente da più sorgenti (torri di raffreddamento e/o impianti idrici di abitazioni).
Le strutture a rischio di contaminazione legionella sono divise in due categorie:
- Strutture nelle quali sono presenti impianti quali docce, aerosol, idromassaggi, sistemi importanti di condizionamento, saune, piscine, ecc.;
- le strutture in cui vi è la presenza di utenti con sistema immunitario deficitario o alterato come strutture sanitarie o case di riposo, ecc.;
Dalla divisione si evince che le aziende interessate sono quelle del settore turistico-ricettivo, quali alberghi, hotel, pensioni, rifugi, campeggi, bed & breakfast, affittacamere, agriturismi, e del settore wellness, come piscine, palestre, stabilimenti termali, spa e wellness