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Come diventare un consumatore informato e consapevole

By 28 Novembre 2023Sicurezza Alimentare6 min read
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Nell’epoca in cui viviamo, in cui tutto è digitalizzato e immediatamente accessibile grazie alla rete, è davvero molto semplice reperire una grande quantità di informazioni sui prodotti di nostro interesse. Tuttavia, è altrettanto semplice cadere nelle trappole di un’informazione poco corretta, che tende più al clickbait che non alla trasparenza.  

Ecco perché, negli anni, tanti consumatori sono diventati vittime di inutili allarmismi, andando così a compromettere il benessere dell’intera filiera alimentare e della propria alimentazione. 

Vediamo allora insieme cosa può fare un consumatore per informarsi correttamente e fare scelte d’acquisto consapevoli.

Cosa si intende per consumatore informato?

Quando parliamo di corretta informazione nei confronti dei consumatori, la nostra guida deve essere sempre il cosiddetto “Codice del consumo”, ovvero sia il testo del D. Lgs. del 6 settembre 2005, n. 206. Questo Decreto è senza dubbio il punto di partenza da cui cominciare a orientarsi come consumatori informati e consapevoli. È proprio in questo testo che troviamo, all’articolo 3, la definizione di “consumatore”, come: 

persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. 

Ancora più interessante, per capire come effettuare scelte responsabili e favorire il consumo consapevole, è l’elenco dei diritti fondamentali del consumatore che il Decreto riporta all’articolo 2: 

Ai consumatori ed agli utenti sono riconosciuti come fondamentali i diritti:  

  • alla tutela della salute; 
  • alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi; 
  • ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; 

all’esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà; 

  • all’educazione al consumo; 
  • alla correttezza, alla trasparenza ed all’equità nei rapporti contrattuali; 
  • alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti; 
  • all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza

Come orientarsi nella scelta degli alimenti al supermercato?

Una scelta consapevole dei nostri acquisti alimentari al supermercato parte certamente da una corretta comunicazione delle informazioni al consumatore. 

A questo proposito, è stato proprio il Ministero della Salute a diffondere delle Linee guida per orientarsi nella scelta degli alimenti fra i banchi del supermercato: si tratta di poche semplici accortezze, ma che fanno un’enorme differenza per la nostra salute e anche per le nostre tasche.

Leggere l’etichetta

Con il Regolamento (UE) 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, le norme sull’etichettatura degli alimenti sono diventate sempre più stringenti, a favore della tutela della salute dei consumatori e di un’informazione chiara e trasparente.  

Fra le informazioni obbligatorie da riportare sull’etichetta troviamo la lista degli ingredienti: essa è costituita dall’elenco di tutte le materie prime e sostanze impiegate nella produzione, in ordine decrescente di peso, evidenziando per dimensioni, stile o colore gli allergeni, di modo che saltino subito all’occhio del consumatore. 

Un altro elemento che non può sfuggire nella lettura dell’etichetta è la tabella nutrizionale, all’interno della quale è possibile trovare informazioni sul contenuto calorico e nutritivo dell’alimento. All’interno della dichiarazione nutrizionale è obbligatorio per legge fornire indicazioni su: 

  • Valore energetico; 
  • Grassi; 
  • Acidi grassi saturi; 
  • Carboidrati; 
  • Zuccheri; 
  • Proteine; 
  • Sale. 

Il luogo di produzione

All’interno dell’etichetta spesso sono presenti informazioni circa l’origine dei prodotti alimentari in relazione a quelle che sono le disposizioni nazionali ed europee. Si tratta di un aspetto fondamentale per evitare facili truffe, soprattutto nel caso di prodotti con denominazione (ad esempio, Dop, Igp e Pat), che seguono un preciso disciplinare di produzione.  

Conoscere il luogo di produzione ci garantisce anche che quelli che stiamo acquistando siano prodotti di origine italiana, così da poter determinare la qualità degli alimenti ben prima di acquistarli. 

Data di scadenza

Sulla confezione del prodotto alimentare possiamo trovare due tipi di indicazioni differenti:  

  1. La data di scadenza: nei prodotti deperibili, è generalmente preceduta dalla dicitura “Da consumare entro il” che rappresenta il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato; 
  2. Termine minimo di conservazione (TMC): nel caso, invece, di alimenti che possono essere conservati più a lungo, si troverà la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il” che indica che il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche, ma può essere consumato senza rischi per la salute. 

Conoscere la differenza tra data di scadenza e TMC può essere utile per evitare che un prodotto venga gettato quando ancora commestibile, riducendo gli sprechi.

La tutela del consumatore

Ritornando al “Codice del Consumo” sopracitato, a garantire la tutela del consumatore è l’articolo 5 del Decreto, che definisce gli obblighi generali che devono essere osservati in rispetto dei consumatori. Dal momento che “si intende per consumatore o utente anche la persona fisica alla quale sono dirette le informazioni commerciali”, va da sé ottenere informazioni non fuorvianti e trasparenti rientra appieno nei diritti del consumatore. 

Ecco, quindi, che il “Codice del Consumo” chiarisce che: 

Sicurezza, composizione e qualità dei prodotti e dei servizi costituiscono contenuto essenziale degli obblighi informativi. 

Le informazioni al consumatore, da chiunque provengano, devono essere adeguate alla tecnica di comunicazione impiegata ed espresse in modo chiaro e comprensibile, tenuto anche conto delle modalità di conclusione del contratto o delle caratteristiche del settore, tali da assicurare la consapevolezza del consumatore. 

Oggi, la tutela del consumatore finale è garantita da una varietà di associazioni che fanno capo al CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy), fra cui:  

Non dare credito agli allarmi eccessivi e ingiustificati

Diossina, mucca pazza e  ed altre emergenze alimentari hanno provocato spesso un allarme eccessivo tra i consumatori, complici senza dubbio le notizie che arrivano dai media che, in questi casi, tendono a diffondere notizie confuse, poco chiare e terrorizzanti. 

A subirne le conseguenze sono i produttori, l’industria alimentare e gli esercizi commerciali, senza parlare poi del tempo necessario ai consumatori per riprendere i consumi abituali. 

Se è vero che le dichiarazioni allarmiste di personaggi più popolari fanno più “audience”, è pur vero che probabilmente il problema è anche e soprattutto della comunità di esperti e professionisti del settore che non riescono a dare voce al mondo scientifico, il quale, invece, dovrebbe essere chiamato in causa per primo per dare spiegazioni e chiarimenti. 

Sono ormai diversi anni che importanti istituzioni, come l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute, sono impegnate nel portare avanti strategie di comunicazione più chiare per i consumatori, in modo tale da indirizzarli verso scelte corrette e consapevoli. Si tratta di un impegno scientifico fondamentale, che va dalla sicurezza alimentare alle conoscenze delle malattie animali, dallo studio del Dna allo sviluppo di nuovi vaccini; il tutto nell’ottica di incentivare le ricerche sulla sicurezza alimentare, che ricevono quote di finanziamenti vincolati da parte del Ministero.  

Come spiegano correttamente dall’IZS, per arginare il pericolo di contaminazione batterica negli alimenti «si rende necessaria una valutazione del rischio effettuata su basi scientifiche, per dimostrare che effettivamente la tecnologia di produzione è tale da rendere il prodotto sicuro per il consumatore».  

Questa è la nuova frontiera dell’informazione in tema di consumi consapevoli. «Dopo le emergenze diossina e mucca pazza» – continuano dall’IZS – «abbiamo osservato un allarme eccessivo e spesso ingiustificato dei cittadini rispetto ai rischi che correvano. Questo perché è mancata una corretta comunicazione tra il mondo scientifico e la comunità, che ha causato danni economici al sistema produttivo e allarme nei consumatori. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare delle strategie di comunicazione per indirizzare la popolazione verso una scelta corretta e consapevole dei prodotti, a partire da una corretta interpretazione delle etichette». 

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