
E’ da poco stato pubblicato il 1 Quaderno del 2020 dell’Osservatorio Accredia che ha preso in considerazione e valutato il valore economico e i benefici sociali dell’accreditamento e delle certificazioni volontarie in relazione all’anno 2018.
I risultati ottenuti sono molto interessanti.
Innanzitutto vediamo un po’ di numeri: nel 2018 sono state 1.777 i soggetti accreditati, tra organismi di certificazione, ispezione e verifica, laboratori di prova e laboratori di taratura, rappresentando quindi il “cuore” della cosiddetta Infrastruttura per la Qualità in Italia. Il valore del mercato delle valutazioni della conformità da essi rilasciate è stimato in 4,2 miliardi di euro e occupa 33 mila addetti. Nel settore dei servizi professionali alle imprese, questo mercato rappresenta circa il 3,5% in termini di fatturato e poco meno del 3% dell’occupazione.
Per quanto riguarda gli organismi di certificazione, ispezione e verifica accreditati, questo comparto conta oltre 366 imprese, che occupano oltre 10 mila addetti, e movimenta un giro d’affari di circa 1,8 miliardi di euro (37% del mercato delle valutazioni della conformità). La dimensione aziendale di questi operatori è superiore alla media dei servizi professionali: il loro valore è pari a circa 5 milioni di euro in termini di fatturato per impresa e 29 addetti se si considera la forza lavoro.
Il comparto invece dei Laboratori di prova accreditati ha visto nel 2018 1.222 laboratori di prova accreditati attivi sul territorio italiano, con un valore della produzione stimato in poco più di 2,5 miliardi di euro, rappresentando il 60% del mercato delle valutazioni della conformità, e hanno una base occupazionale di oltre 21 mila addetti. Poco meno del 90% del fatturato è riconducibile ai laboratori privati, mentre quelli pubblici, che sono circa 140, generano un valore di oltre 270 milioni di euro.
Perché così tanti enti e laboratori si accreditano e certificano? I vantaggi individuati che spingono gli attori di questi comparti a procedere con accreditamenti e certificazioni sono tanti:
- Crescita del fatturato più sostenuta per gli organismi con un’elevata quota di attività accreditate (superiore al 50% del giro d’affari complessivo da valutazione della conformità). Questi hanno conseguito anche guadagni di marginalità più consistenti, arrivando negli ultimi anni a superare ampiamente i margini medi degli organismi con una minore incidenza di attività accreditate (performance valutate nel decennio 2008-2018).
- Maggiore efficienza dei processi interni
- I laboratori accreditati si distinguono per un livello medio del margine operativo lordo significativamente più elevato (oltre 3%) rispetto ai non accreditati.
- Migliori performance in termini di produttività del lavoro, con un valore aggiunto per addetto dei laboratori accreditati su livelli superiori ai 60 mila euro
Le certificazioni, le ispezioni, le verifiche, le prove e le tarature accreditate, sono naturalmente utilizzate come input da altri settori di produzione e fornitura di servizi ed hanno quindi avuto un impatto importante contribuito su tutta l’economia nazionale. Nel complesso il comparto Qualità ha contributo al 16,1% della crescita del Pil nei settori manifatturiero, servizi e costruzioni generando un valore di 10,8 miliardi di euro, con una media annua di 2,2 miliardi di euro e un valore di picco di 3,1 miliardi nel 2017.
Nello specifico, circa 88.500 aziende certificate sotto accreditamento per i sistemi di gestione (qualità, ambiente, energia, sicurezza alimentare, ecc.) hanno sviluppato un valore della produzione di 1.405 miliardi di euro, pari a circa il 40% del totale fatturato delle imprese.
Un aspetto fondamentale: il confronto fra imprese certificate e imprese non certificate, con caratteristiche analoghe, ha evidenziato che la certificazione accreditata, nei 2 anni successivi all’adozione, determina un aumento del fatturato consistente che oscilla tra il 2% e il 18% in funzione del settore di appartenenza e dello standard applicato.
Infine, sono stati valutati i benefici per l’ambiente e per la società: i dati dimostrano un importanti e impattanti vantaggi per l’ambiente e la società grazie all’applicazione da parte delle aziende di certificazioni volontarie che guardano a questi aspetti. Grazie alle certificazioni ambientali ed energetiche le imprese riducono le emissioni di CO2 con un risparmio di oltre 530 milioni di euro annui. Le aziende con un sistema di gestione certificato per la sicurezza del lavoro registrano meno infortuni (- 16% in media) e di minor gravità (fino al – 40%) rispetto a quelle non certificate, e un risparmio di costi sociali di circa 300 milioni di euro annui. Prove e certificazioni per la sicurezza alimentare contribuiscono a ridurre le malattie legate al consumo alimentare e i relativi costi sociali, quantificati in una riduzione del 75% del numero di anni persi in salute, e in un risparmio di quasi 430 milioni di euro annui. Numeri veramente importanti che fanno riflettere veramente tanto sull’importanza dell’applicazione dei requisiti previsti dagli standard volontari: finalmente possiamo dire ufficialmente che non sono più soltanto delle “medaglie” da esporre e vantare con i clienti, ma strumenti importanti per migliorare processi aziendali, fatturato, ambiente e società.