Il Decreto milleproroghe emanato ogni fine anno dal governo ha fatto slittare al 30 giugno 2015 il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti aventi potere calorifico inferiore (PCI) che supera i 13000 Kj/kg.
Oggetto della proroga è l’entrata in vigore del divieto di accesso di questi rifiuti in discarica previsto dall’articolo 6, comma 1, lettera p, del Dlgs 36/2003 sulle discariche.
Si tratta di un ulteriore proroga di questo divieto che è stato già differito diverse volte da quando fu inserito nel 2003 al momento del recepimento della direttiva Ue sulle discariche “per consentire, nel pieno rispetto delle meno severe norme europee, la gestione in discarica anche di questa particolare e diffusissima tipologia di rifiuti”. Un divieto che la direttiva Ue non stabiliva ma che l’Italia ha inserito prevedendo che ci sarebbe stato un numero tale di impianti di termovalorizzazione da consentire l’incenerimento di questi rifiuti. Sappiamo come è andata, ovviamente non come si prevedeva…Ed ora forse si crede che per il 30 giugno 2015 (tra meno di sei mesi) in Italia ci saranno nuovi inceneritori?
Vuol dire solamente che si spostano in avanti problemi che difficilmente sono risolvibili nel nostro Paese.
Obblighi che il governo impone in situazioni di emergenza insieme ad altre misure urgenti, ma che subito dopo vengono prorogati se non bloccati. E questa ultima proroga ne è l’ennesima conferma.
Si continuano a mandare in discarica rifiuti che sia la normativa nazionale che quella europea prevedono di recuperare.
A questo punto aspettiamo nuovi allarmi di minacce di chiusura da parte delle discariche, che periodicamente arrivano, (se diminuiscono i volumi di ingresso le discariche non riescono a fare quadrare i conti) per prendere ulteriori provvedimenti di urgenza e dare proroghe.
Intanto si proseguirà con le solite soluzioni all’italiana con rifiuti che vengono classificati in altri modi pur di sfuggire agli obblighi di legge.
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