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Rischio Aflatossine e fitofarmaci

By 30 Dicembre 2015Luglio 26th, 2022Sicurezza Alimentare2 min read
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Aflatossine e fitofarmaci: nuovo regime di controlli sulle importazioni

Aggiornato l’elenco degli alimenti e mangimi di origine non animale soggetti a un livello accresciuto di controlli ufficiali sulle importazioni. Dal 1 gennaio 2016 si applica il nuovo Regolamento UE 2383/2015.

Una delle modifiche più significative introdotte dalla nuova normativa riguarda l’importazione di arachidi e prodotti derivati provenienti dal Gambia, che subisce controlli per il rischio legato alla presenza di Aflatossine nel 50% dei casi.

Le uve provenienti dal Perù tornano invece ad essere soggette ai soli controlli di routine per i residui di antiparassitari.

Attualmente gli alimenti che risultano subire controlli più numerosi sono quelli provenienti da India ( ad esempio i semi di sesamo, il peperoncino, noce moscata)  e Vietnam (ad esempio menta, basilico, prezzemolo), mentre l’attenzione maggiore è riservata ai pericoli legati ai residui di fitofarmaci ed alle aflatossine.

Il Quadro Normativo

La normativa sui contaminanti dei prodotti alimentari è piuttosto ampia e complessa. Uno dei Regolamenti più importanti, che tutte le aziende alimentari devono tener presente per la propria analisi dei pericoli del proprio piano HACCP, è sicuramente il Reg. CE 1881/06 e smi.

L’ultimo degli aggiornamenti del Regolamento 1881/06 prevede, ad esempio, l’inserimento del riso e dei suoi derivati fra gli alimenti sottoposti a controllo per il contenuto di arsenico.

Il Reg. CE 882/2004 istituisce l’elenco di alimenti e mangimi di origine non animale che, sulla base di rischi noti o emergenti, è soggetto a controlli maggiori all’ingresso sul territorio comunitario (Reg 669/09 e smi)

L’aggiornamento di questo elenco, previsto dallo stesso Regolamento, può attingere da più fonti:

  • notifiche ricevute mediante il RASFF
  • relazioni e informazioni risultanti dalle attività dell’Ufficio alimentare e veterinario
  • relazioni e informazioni ricevute dai paesi terzi
  • scambi di informazioni tra la Commissione, gli Stati membri e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare
  • valutazioni scientifiche.

 

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