Il biologico in Italia:
Mentre si va verso la semplificazione normativa del settore del biologico già si iniziano a muovere molte iniziative nel settore del bio in Italia per la costituzione dei ‘distretti biologici’, come il progetto in corso di sviluppo nel Lazio nel comune di Acquapendente.
La Conferenza Stato Regioni ha approvato qualche giorno fa le disposizioni attuative dei regolamenti comunitari riguardanti la produzione vegetale e animale, l’etichettatura dei prodotti, il controllo e la certificazione. L’Ue ha già unificato i testi dei regolamenti del settore e ora anche l’Italia ha il suo testo unico.
Presso il Mipaaf sono state istituite banche dati contenenti le informazioni sulla disponibilità di animali allevati con metodo biologico; un’innovazione, come ha sottolineato il ministro Zaia di recente, che permetterà agli allevatori di individuare, con maggiore facilità, le modalità ottimali di approvvigionamento di bestiame da introdurre in azienda, nel rispetto delle disposizioni comunitarie.
E dopo 6 anni di stallo speriamo che si arriverà presto ad una legge quadro. La Camera ha di recente approvato le “nuove disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico” ed è passato il tutto alla Commissione agricoltura del Senato.
Le novità nel biologico
Diverse le novità che saranno introdotte per il biologico:
- la riforma del sistema di certificazione,
- i distretti biologici,
- la ristorazione,
- nuove risorse rivolte in esclusiva al Bio nazionale,
- organizzazioni di produttori ecc.
La definizione “biologico” potrà essere applicata esclusivamente a prodotti biologici che rispettino pienamente la legge quadro, ad esempio si potrà definire “vino biologico” il prodotto derivato dalla lavorazione e trasformazione di uve raccolte da vigneti coltivati con metodo biologico, nel rispetto delle disposizioni di legge.
Sarà introdotto un logo nazionale valido per tutte le produzioni biologiche.
I sistemi di produzione biologica locale saranno definiti “distretti biologici” solo se rispettano criteri definiti come: l’applicazione unica e totale del metodo biologico sulle diverse fasi di produzione, lavorazione e trasformazione del prodotto alimentare, sempre in conformità con la legge quadro di riferimento.
Le regioni individueranno determinate aree da destinare a “distretto biologico”, nelle quali non sarà ovviamente possibile adottare metodi di coltivazione diversa.
Il metodo biologico diverrà anche quello scelto per la gestione di aree dedicate al verde pubblico, ad esempio volto all’educazione scolastica.
Tra le mansioni delle Regioni vi sarà inoltre quello di favorire l’educazione alimentare, la promozione dei prodotti biologici anche a livello di ristorazione collettiva (mense scolastiche, aziendali, ospedaliere ecc).
Saranno attivi due fondi istituiti a favore della ricerca:
– Fondo per la ricerca nel settore dell’agricoltura biologica e di qualità (3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010).
– Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e di qualità (7 milioni di euro per l’anno 2008 e di 15 milioni di euro per l’anno 2009).
Per saperne di più sul biologico: http://ec.europa.eu/agriculture/organic/home_it