La Sicurezza negli alberghi
Le strutture turistico ricettive rappresentano un settore piuttosto articolato da un punto di vista di analisi dei rischi lavorativi cui sono esposti i lavoratori ai sensi del Testo Unico D.Lgs 81/2008 e s.m.i.
Se da un lato, infatti, l’Allegato 2 dell’Accordo Stato Regioni 21.12.2011, definisce le attività dei servizi di alloggio come un’attività a basso rischio, da un altro lato è da evidenziare come nell’ambito di una struttura alberghiera siano presenti numerose fonti di rischio che il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. per evitare di incorrere in sanzioni penali, compreso lo stesso arresto, in caso di inadempienza.
Inoltre, spesso, rischi cui sono esposti i lavoratori si implementano per tipologia ed entità in base alle dimensioni della struttura, al numero di lavoratori presenti e mansioni da questi ricoperte, alle ditte esterne che svolgono attività all’interno della committenza, alla tipologia di impianti presenti ed al numero di posti letto che mette a disposizione la struttura stessa.
Ne consegue che una struttura alberghiera di grandi dimensioni deve essere dotata di molteplici autorizzazioni per svolgere l’attività recettiva secondo le condizioni di legge ed inoltre la valutazione dei rischi, spesso, consiste non solo del DVR – Documento di valutazione dei rischi ma di tante valutazioni di dettaglio cui l’azienda non può fare a meno se vuole ottemperare a quanto previsto dalla normativa vigente.
Quali sono quindi i principali documenti ed autorizzazioni in materia di sicurezza sul lavoro nel settore alberghiero?
Per quanto concerne l’impianto elettrico tutti gli alberghi, come in generale tutte le aziende, devono disporre della Dichiarazione di Conformità dell’Impianto Elettrico ai sensi del D.M. 37/08 (ex. 46/90), della Denuncia dell’Impianto di Messa a Terra da fare all’INAIL e della Verifica periodica dell’Impianto di Messa a Terra ai sensi del DPR 462/2001. La periodicità con cui effettuare Verifica periodica dell’Impianto di Messa a Terra già permette di fare una prima distinzione tra le diverse tipologie di strutture alberghiere:
- Negli alberghi non soggetti a rilascio del Certificato Prevenzione Incendi da parte dei Vigili del Fuoco la periodicità è quinquennale
- Negli alberghi soggetti a rilascio del Certificato Prevenzione Incendi da parte dei Vigili del Fuoco la periodicità è biennale
Il Certificato Prevenzione Incendi è un’autorizzazione che viene rilasciata dai Vigili del Fuoco nel momento in cui un’azienda presenta alcune caratteristiche indicate nel DPR 151/2011; per quanto concerne il settore alberghiero, certamente, il discriminante principale è rappresentato dal numero di posti letto, ed in particolare;
- Strutture alberghiere con un numero di posti letto uguale o inferiore a 25 non sono soggette a rilascio CPI – Certificato Prevenzione Incendi
- Strutture alberghiere con un numero di posti letto compreso tra 26 e 50 si trovano in Categoria A rispetto al rilascio del CPI – Certificato Prevenzione Incendi
- Strutture alberghiere con un numero di posti letto compreso tra 51 e 100 si trovano in Categoria B rispetto al rilascio del CPI – Certificato Prevenzione Incendi
- Strutture alberghiere con oltre 100 posti letto si trovano in Categoria C rispetto al rilascio del CPI – Certificato Prevenzione Incendi
Ne deriva che nelle strutture alberghiere con un numero di posti letto inferiore o uguale a 25 il datore di lavoro dovrà, “semplicemente”, adeguarsi a quanto prescritto dal DM 10.03.1998 in materia di prevenzione incendi prevedendo, quindi, una corretta distribuzione dei presidi antincendio, le uscite di emergenza, corsi antincendio etc.
All’aumentare dei posti letto nasce, invece, l’obbligo di un vero e proprio progetto da parte di professionista abilitato che, in base alla categoria di appartenenza dell’azienda, dovrà o essere semplicemente presentato al Comando dei Vigili del Fuoco oppure subire un’approvazione dal Comando stesso con eventuale sopralluogo presso l’azienda per verificare la coerenza tra quanto indicato nel progetto e le condizioni reali della struttura e degli impianti presenti.
Ai fini della Sicurezza negli alberghi , un’altra autorizzazione spesso necessaria nelle strutture alberghiere è l’Autorizzazione in deroga all’uso del piano interrato o semi interrato come luogo di lavoro ai sensi dell’art. 65 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. da parte della ASL territorialmente competente.
Lo svolgimento di attività in ambienti interrati o con un grado di interramento superiore al 50% è vietata, infatti, dal Testo Unico per la Sicurezza a meno di specifica Autorizzazione rilasciata dalla ASL previa presentazione di tutta una serie di documenti specifici atti a dimostrare che l’ambiente interrato in oggetto presenta comunque caratteristiche tali, a livello ad esempio di microclima, illuminazione, rischio incendio, etc, da poter essere utilizzato come luogo di lavoro.
La gestione delle emergenze come viene affrontata nelle grandi strutture alberghiere?
Il Certificato Prevenzione Incendi non basta per ottemperare ad una corretta ed adeguata prevenzione incendi. Il DM 10.03.1998 prevede, infatti, specifici corsi di formazione per il personale e prove di evacuazione periodiche, di solito annuali.
In particolare gli alberghi con oltre 200 posti letto sono classificati essere strutture ad elevato rischio incendio e come tali, gli addetti antincendio nominati dal datore ed lavoro, dovranno frequentare un corso di formazione della durata almeno di 16 ore di cui una parte di teoria ed una parte di pratica.
D’altra parte in tutti gli alberghi ove si superano i 100 posti letto, e quindi anche quelli classificati a medio rischio incendio, gli addetti antincendio al termine del corso di formazione dovranno conseguire attestato di idoneità tecnica direttamente con i Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 3 della Legge 28 novembre 1996, n. 609.
La prova di evacuazione è un adempimento che per legge deve essere eseguito almeno una volta l’anno in tutte le aziende ove sia presente un numero di lavoratori superiore a 10 e/o aziende soggette a rilascio del CPI da parte dei V.V.F.
E’ chiaro che una prova di evacuazione attendibile dovrebbe essere eseguita all’improvviso, senza che nessuno, a meno di poche figure, ne abbia avuto conoscenza pregressa e, possibilmente, coinvolgendo anche i clienti stessi che, in caso di emergenza reale, rappresentano una componente fondamentale da dover gestire.
Le prove di evacuazione negli alberghi costituiscono uno strumento di fondamentale importanza necessario non solo a rispettare la normativa vigente ma anche per permettere agli addetti nominati di rinfrescare periodicamente tutte le procedure antincendio ed individuare eventuali non conformità riscontrate nel corso della prova di evacuazione stessa.
Ad esempio:
– la conoscenza del sistema di allarme da parte degli addetti e soprattutto la verifica della loro capacità di saper resettare la centralina in caso di “falso allarme” prima che parta l’allarme generale all’interno di tutta la struttura
– in caso di allarme generale è necessario verificare il corretto funzionamento di tutti impianti e quindi, ad esempio, la chiusura automatica di tutte le porte REI, l’accensione dell’illuminazione di emergenza ed il fatto che l’allarme sonoro sia chiaro e forte in ogni ambiente della struttura alberghiera stessa
– il rispetto delle procedure da parte di tutto il personale e quindi l’evacuazione attraverso le vie di fuga verso il punto di raccolta per poter rispondere all’appello di presenza
– la verifica che gli addetti antincendio possano accedere a tutti gli ambienti di lavoro e o spazi della struttura alberghiera e, che, quindi, dispongano dei badge di accesso a tutti i locali e camere per poter controllare che non ci sia rimasto qualcuno da dover mettere in salvo
– la verifica della corretta registrazione di tutte le ditte e fornitori esterni per poterli chiamare in fase di appello presso il punto di raccolta.
Quali sono i principali rischi a livello di salute cui sono esposti i lavoratori?
La tipologia di rischio e la sua entità dipendono strettamente dalla mansione ricoperta dai lavoratori.
E’ chiaro che in base ai rischi lavoratori cui gli addetti sono esposti il datore di lavoro avrà l’obbligo di applicare precise misure di prevenzione e protezione per cercare di ridurre la probabilità del rischio stesso.
Negli alberghi, e ancora più frequentemente negli alberghi di lusso, diverse categorie di lavoratori sono esposti al rischio da postura incongrua e postura eretta e prolungata: basti pensare alle mansioni di concierge, addetti reception e al vetturiere solo per citarne alcune.
Spesso, infatti, oltre ad una postura eretta e prolungata si associano altri rischi lavorativi: il vetturiere ad esempio è esposto a rischio da microclima considerando che la sua attività viene svolta principalmente in esterno.
Il concierge e l’addetto reception, oltre a stare in piedi, spesso assumono una postura ergonomicamente poco corretta: ad esempio il VDT è posizionato, tipicamente, sul piano dell’operatore molto in basso rispetto all’altezza media di un individuo.
Risulta quindi fondamentale in tali casi effettuare un’analisi ergonomica delle postazioni di lavoro tale da individuare il livello di rischio degli addetti e quindi le eventuali misure di prevenzione e protezione da applicare come ad esempio eventuali pause di lavoro oltre la pausa pranzo.
Il lavoro notturno è un altro rischio a livello di salute che caratterizza frequentemente la mansione di portiere ma in base all’organizzazione aziendale possono essere presenti ulteriori figure che svolgono lavoro notturno come facchini e addetti alle pulizie.
Il rischio chimico è un rischio certamente molto diffuso in tutte le strutture alberghiere per la presenza delle sostanze pericolose utilizzate per le operazioni di pulizie e sanificazione di locali e/o attrezzature di lavoro.
Negli alberghi di grandi dimensioni all’ interno dell’organizzazione aziendale è, spesso, presente anche la figura del manutentore che potrebbe essere esposto a rischio chimico per uso di sostanze come ad esempio vernici.
Per valutare l’entità del rischio chimico cui sono esposti gli addetti è necessario procedere con valutazioni di dettaglio attraverso metodologie ufficiali come ad esempio ARCHIMEDE:
partendo dalle schede di sicurezza di ciascuna sostanza pericolosa ed analizzando altre variabili quali, ad esempio, tempo di esposizione, quantitativo utilizzato, etc è possibile definire se l’addetto sia esposto ad un rischio chimico di tipo irrilevante o non irrilevante quindi le migliori misure di prevenzione e protezione da applicare.
La movimentazione manuale dei carichi è un rischio che caratterizza diverse mansioni aziendali: dai facchini, alle cameriere ai piani, agli addetti alla ristorazione.
La movimentazione manuale dei carichi viene analizzata attraverso due metodologie; da una parte la metodologia NIOSH – The National Institute for Occupational Safety and Health che permette di individuare un indice attraverso il quale poter valutare il rischio da sollevamento carichi; dall’altra la metodologia SNOOK e CIRIELLO che permette di valutare lo sforzo per operazioni di traino e spinta di carrelli: quest’ultima metodologia molto utile per valutare il livello di rischio cui sono esposti ad esempio i facchini nello spostare i carrelli con i bagagli della clientela, oppure il rischio cui sono esposte le cameriere ai piani nello spingere e/o trainare i carrelli porta detergenti.
Il rischio biologico è un rischio molto importante nelle strutture alberghiere e, purtroppo, spesso sottovalutato.
A maggio 2015 sono entrate in vigore le nuove Linee Guida per la prevenzione e controllo della Legionellosi in base alle quali la valutazione di tale rischio nelle strutture turistico ricettive dovrebbe essere eseguita con una periodicità annua.
La verifica di assenza di legionellosi viene eseguita effettuando campionamenti di aria e acqua direttamente da rubinetti, docce, fan coil ma anche e, soprattutto, in presenza di piscine e SPA.
Segue quindi un’analisi di laboratorio con emissione del relativo certificato e valutazione annua di esposizione a rischio biologico.
E’ chiaro, che anche in questo caso, in base ai risultati ottenuti l’azienda potrebbe trovarsi a dover attuare eventuali interventi di miglioramento come operazioni di manutenzione e pulizia straordinaria sugli impianti.
La legionellosi, oltre ad interessare direttamente i lavoratori addetti, rappresenta un rischio molto grave, che in taluni casi può portare anche alla morte, anche per la clientela stessa.
Il rischio derivante da agenti fisici e quindi ad esempio rumore, vibrazioni meccaniche, microclima ed illuminamento si riscontra in diversi reparti della struttura alberghiera:
il rischio rumore ad esempio può esistere nei reparti di cucina, officina, lavaggio per la presenza di attrezzature fonte di rumore interno.
Le virazioni mano braccio sono tipiche dei manutentori che per svolgere le operazioni di manutenzione utilizzano attrezzature quali trapani e frullini. Anche in questo caso il datore di lavoro per valutare il livello di esposizione a tali rischi dovrà procedere con misure strumentali in modo tale da poter confrontare i valori ottenuti con i livelli indicati da normativa vigente.
Per completare l’analisi dei rischi in merito alla sicurezza negli alberghi, meritano di essere citati i rischi derivanti da gas radon e polveri di amianto.
Il gas radon è un gas radioattivo che può avere effetti cancerogeni: la presenza del gas radon è maggiormente diffusa in ambienti di lavoro sotterranei all’interno dei quali, quindi, risulta necessaria ed obbligatoria una misura annua della concentrazione di gas radon in modo tale da poter verificare i valori ottenuti con i livelli previsti da normativa vigente e, quindi, l’eventuale necessità di applicare misure di prevenzione e protezione come ad esempio un potenziamento del sistema di aerazione presente.
Le strutture alberghiere spesso presentano alcune ambienti di lavoro ed alcuni impianti come le centrali termiche con parti e/o guarnizioni contenenti amianto dai quali può derivare una esposizione a fibre aerodisperse.
Poiché l’inalazione di polveri di amianto può provocare effetti molto gravi a livello di salute, anche cancerogeni, la normativa prevede una verifica annuale degli ambienti o attrezzature di lavoro sia a livello visivo, al fine di verificare assenza di rotture del materiale in amianto, che campionamenti ambientali per verificare l’assenza di fibre aerodisperse nell’aria.
I rischi sopra indicati rappresentano solo alcuni e tra i più diffusi a cui possono essere esposti gli addetti a livello di salute.
E’ chiaro che poi ciascuna struttura alberghiera necessiterà di un attento sopralluogo finalizzato ad applicare tutte le misure di prevenzione e protezione specifiche per la realtà oggetto di analisi.
Il tutto permetterà alla Direzione aziendale e all’RSPP – Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione di ottemperare alla normativa vigente e parallelamente di migliorare le condizioni di lavoro degli addetti al livello di salute riducendo quindi la probabilità di malattie professionali tra gli stessi.