Sicurezza sul Lavoro

OPTIME
Ottimizzazione parametri temperatura, illuminamento, microclima, energia

La situazione energetica attuale impone un impegno per una gestione efficiente delle risorse, con vantaggi in termini di sostenibilità ed economici. Questo si traduce anche in un’analisi critica del comfort microclimatico negli ambienti di lavoro, in particolare in luoghi come uffici, banche, scuole e ministeri in cui si svolgono attività sedentarie che possono aumentare la percezione del freddo.

Oggi, abbassare di qualche grado i riscaldamenti in azienda è necessario per adeguarsi al Piano Nazionale di contenimento dei consumi energetici, ridurre l’impronta di anidride carbonica della propria attività e contrastare l’aumento dei costi dovuto all’impennata delle bollette. Dal punto di vista psicologico, però, i lavoratori possono vivere male tali imposizioni ed imputarle ad un disagio microclimatico. Gruppo Maurizi ha creato OPTIME, un nuovo servizio che offre protocolli personalizzati di valutazione del microclima e calcola il punto di equilibrio nel quale è possibile garantire benessere dei lavoratori, riduzione dell’impatto ambientale e risparmio economico.

Cosa prevede la normativa

Il Decreto Legislativo 81/08 stabilisce nell’allegato IV i requisiti dei luoghi di lavoro per garantire il benessere microclimatico dei lavoratori che operano al loro interno, sia per evitare problematiche di salute ma anche, più in generale, per assicurare un ambiente confortevole in cui svolgere la propria attività.

Ciò significa che i datori di lavoro devono assicurare condizioni adeguate all’organismo, tenendo in considerazione anche della tipologia di attività svolta, degli sforzi fisici effettuati, e che riflettano le specifiche destinazioni d’uso dei locali. Questo significa, ad esempio, modulare la temperatura tra gli uffici e gli spogliatoi.

Il microclima, allo stesso tempo, è anche un rischio fisico tra quelli che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma questo si verifica in quegli ambienti lavorativi, definiti “vincolati”, in cui le esigenze operative rendono impossibile il raggiungimento di condizioni confortevoli, dove si dovrà intervenire con specifiche attività di gestione del rischio. Un esempio di ciò potrebbe essere l’attività svolta all’interno di celle frigorifere, in cui i parametri microclimatici sono vincolati dalla funzionalità per cui l’ambiente è progettato, e che quindi deve essere gestita fornendo abbigliamento adeguato e consentendo pause di recupero a temperatura moderata.

Cosa sono il Predicted Mean Vote e la Predicted Percentage of Dissatisfied

Il metodo più comunemente utilizzato, e indicato dalle linee guida INAIL, per la valutazione del confort microclimatico dei lavoratori è quello descritto nella norma tecnica UNI EN ISO 7730, in cui si utilizza l’indice PMV (Predicted Mean Vote).

Questo indice misura in maniera oggettiva il livello di soddisfazione della maggior parte dei lavoratori che svolgono una specifica attività nell’ambiente analizzato, tenendo conto anche del grado di isolamento degli indumenti indossati.

Utilizzando questo algoritmo, partendo dai dati acquisiti strumentalmente (con l’uso di una centralina microclimatica) e dalle attività osservate, è possibile posizionarsi precisamente all’interno dello spettro delle condizioni di benessere o malessere rispetto al microclima.

In diretta correlazione con in PMV, è possibile determinare un secondo parametro, il PPD (Predicted Precentage of Dissatisfied) che misura la percentuale attesa di persone insoddisfatte per le condizioni microclimatiche presenti.

Poiché il microclima è legato a sensazioni estremamente soggettive, la percentuale minima raggiungibile di insoddisfatti, anche in condizioni ideali, è del 5%. Tra il 5 e il 10%, quindi, riteniamo di trovarci in una condizione di benessere termico, in cui gli insoddisfatti sono una ristretta minoranza e che, sicuramente, non comporta alcun rischio per la salute dei lavoratori.

Al di sopra del 10% è opportuno iniziare a porsi qualche domanda su come intervenire per migliorare le condizioni e limitare la sensazione di discomfort.

Perché effettuare una valutazione OPTIME

Nei mesi invernali, tra le principali azioni per la moderazione del microclima negli ambienti di lavoro è certamente il ricorso ai sistemi di riscaldamento. Tuttavia, è importante fare un ragionamento attento sull’utilizzo accorto di tali sistemi, per evitare sprechi energetici inutilmente costosi sia per l’ambiente che per i responsabili delle strutture.

La corretta gestione del microclima diventa, quindi, non solo una necessità per il benessere dei presenti, ma un’occasione per utilizzare in maniera più efficiente le risorse energetiche.

Non è, comunque, sufficiente agire sui termostati e abbassare di qualche grado le temperature negli ambienti di lavoro per garantire l’equilibrio tra tutti i fattori in gioco.

Effettuare delle misure oggettive dei parametri microclimatici, elaborando a valle di queste una relazione dettagliata e conforme alle norme tecniche che restituisca la sensazione effettiva dei lavoratori presenti, fornisce al datore di lavoro uno strumento per:

  • Capire esattamente come è opportuno impostare i sistemi di riscaldamento negli ambienti per massimizzare il risparmio ma garantire il confort dei lavoratori
  • Rispondere alle eventuali “lamentele” con un documento oggettivo che attesti il rispetto dei parametri normati

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