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Stabilimento di produzione in etichetta: stato dell’arte

By 10 Novembre 2015Luglio 26th, 2022Sicurezza Alimentare2 min read
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Come si è sviluppata la vicenda a distanza di due mesi? Quali informazioni stanno arrivando ai consumatori e, di conseguenza, alle aziende?

È doveroso fare un passo indietro e ripercorrere la vicenda dall’inizio.

È dello scorso fine settimana la notizia riportata dalle principali testate giornalistiche, secondo cui il Ministro Martina abbia voluto mettere un punto fermo alla questione, fornendo un messaggio chiaro e inequivocabile:

 

“Dal 2016 verrà rientrodotto l’obbligo di inserire in etichetta lo stabilimento di produzione dei prodotti agroalimentari”

L’Unione Europea ha pubblicato l’ormai famoso Reg. UE 1169/11, nel quale è stato eliminato l’obbligo di riportare lo stabilimento di produzione in etichetta. Il suddetto Regolamento è diventato applicativo a partire dal 14 Dicembre 2014, dando quindi tre anni di tempo alle aziende per adeguarsi alle novità.

Lo stesso Regolamento, all’Art. 39, prevede che i singoli Stati possano adottare “disposizioni nazionali concernenti materie non specificamente armonizzate dal presente regolamento purché non vietino, ostacolino o limitino la libera circolazione delle merci conformi al presente regolamento”.

E ancora: “gli Stati membri che ritengono necessario adottare nuove normative…notificano previamente alla Commissione e agli altri Stati membri le disposizioni previste, precisando i motivi che le giustifichino”.

Infine: “lo Stato membro che ritenga necessario adottare nuova normativa… può adottare le disposizioni previste solo tre mesi dopo la notifica, purché non abbia ricevuto un parere negativo dalla Commissione”.

Laddove infatti vi era solamente una bozza di decreto, ora il D.D.L. è definitivo, è cioè stato approvato con atto formale dal Governo. Vi dovrà essere tuttavia un ulteriore passaggio, in quanto il testo dovrà essere esaminato e approvato da Camera e Senato senza che vi siano modifiche di sorta.

 

In  caso contrario il D.D.L. verrà rimbalzato dall’uno all’altro fino all’approvazione unanime.

Una volta superato questo passaggio, il testo verrà presentato per approvazione alla Commissione Europea, secondo quanto citato sopra.

Sebbene dunque sia stato fatto un ulteriore passo in avanti, a riprova di quanto l’argomento sia tenuto nella giusta considerazione dal Governo, il procedimento dovrà ancora affrontare alcuni passaggi fondamentali prima di vedere la luce.

Qualora la norma venga approvata, l’Italia dovrà dare un congruo periodo di tempo alle proprie aziende (con il medesimo spirito che contraddistingue la U.E.) per adeguarsi alla novità.

Per adesso nulla di definitivo quindi; aspettiamo ulteriori notizie nei prossimi mesi, durante i quali siamo sicuri verrà fatta chiarezza sull’argomento.

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