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Tassa rifiuti: tra evasioni record e controlli, differenze enormi nelle città

By 9 Dicembre 2015Luglio 26th, 2022Sicurezza Ambientale3 min read
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La Legge di stabilità non blocca per il 2016 gli aumenti della tassa rifiuti

Secondo il calcolo del Servizio Politiche Territoriali della Uil, dal 2013 al 2015 la tassa rifiuti (TARI) è aumentata mediamente del 32,4% (72 euro in più) mentre nell’ultimo anno l’aumento è stato del 3,3% (10 euro medi in più).

La Federconsumatori ha rilevato che la tassa dei rifiuti e’ aumentata del +21,61% dal 2010 e ben del 222,47% dal 2000.

La Tari, tassa sui rifiuti introdotta il 1° gennaio 2014 che ha sostituito le precedenti Tares e Tarsu, ha un importo deciso da ogni Comune in base alla grandezza dei locali e a prescindere dal loro utilizzo.

Non ha una scadenza fissa, diversamente da Imu e Tasi, ma dipende dai comuni che inviano i bollettini ai destinatari con l’imposta unica comunale IUC.

Secondo l’analisi del Laboratorio Ref Ricerche per il Sole 24 ore, su un campione di quattro imprese tipo in oltre 80 capoluoghi, gli importi variano anche in misura considerevole da città a città. Ad esempio, un ristorante nelle grandi città – a parità di superficie – paga in media il 50% in più che nei capoluoghi sotto i 50mila abitanti, anche se è nei centri di medie dimensioni che si registrano gli aumenti maggiori.

Anche tra città di dimensioni simili ci sono enormi differenze: al sud e a Roma la tassa rifiuti è più cara rispetto al nord Italia. Ad esempio, le tariffe applicate a Napoli, Cosenza e Reggio Calabria si discostano notevolmente rispetto a Cuneo o Milano.

Non esiste al momento un’autority come per l’energia o l’acqua che valuti la qualità rapportata a standard di prezzo del servizio. Il Dpr 158/1999 stabilisce parametri minimi e massimi dai quali però i Comuni spesso si allontanano.

L’applicazione dei coefficienti statali sulla tassa rifiuti ha modificato la ripartizione fra le categorie produttive:

  • a Genova con la Tares le categorie come i ristoranti che avevano beneficiato del contenimento delle tariffe da parte del Comune fino al 2013 hanno subito i maggiori incrementi
  • a Pavia i valori del decreto 158/199 hanno fatto crescere la tariffa dei ristoranti portandola nel 2013 a 17,64 euro al metro quadrato, pur rimanendo il comune con le tariffe tra le più basse. Attraverso l’applicazione di deroghe parziali concesse dal 2014, il comune ha infatti  portato la tariffa 2015 a 9 euro circa, la più bassa in Italia
  • Milano ha aumentato le tariffe, complice l’Expo, per alcune categorie per le quali si presumeva una maggiore produzione di rifiuti e anche qui i ristoranti hanno visto un aumento del 13% nel 2015.

Le tariffe inoltre rispecchiano l’inefficienza in molte città della raccolta differenziata: dove funziona in maniera ottimale, consente risparmi notevoli per i cittadini.

Ad evadere la tassa rifiuti non sono solo i cinesi. Raccolta bloccata in negozi e ristoranti, uno su 5 evade la Tari.

Dopo la scoperta da parte della Polizia Locale, nel corso di una maxi operazione, di quasi 5 milioni di euro di Tari evasa a Roma tra capannoni, quasi tutti gestiti da cinesi, arrivano i primi dati degli accertamenti avviati dall’Ama a inizio novembre.

Ad evadere 30mila esercizi commerciali tra ristoranti, bar, negozi e uffici. Il 20% delle utenze non domestiche della Capitale sono sedi “fantasma”: producono immondizia, ma non hanno mai pagato la tariffa sui rifiuti.

Per 2.400 evasori accertati è già stata avviata la pratica per la regolarizzazione.

A novembre, per 12mila utenze non residenziali (sulle 160mila di Roma) è inoltre entrato in vigore il nuovo meccanismo di raccolta dei rifiuti che prevede la raccolta porta a porta, cosa che ha facilitato le verifiche dell’Ama.

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