
“L’oro verde”
E’ così che è stato da molti soprannominato il bambù, una pianta che tutti conoscono e di cui si sta parlando sempre più in termini economici.
Infatti, come molte aziende affermano, si tratta di una pianta dalle “molteplici doti” grazie alla sua flessibilità e durezza. Il legname, il food, l’arredamento, sono alcuni dei tanti usi di questa pianta.
Ed è proprio la sua versatilità che ha spinto numerosi imprenditori a puntare su di essa.
In Italia, ad oggi, si contano circa 1.500 ettari utilizzati per la coltivazione del bambù.
Ma dove cresce?
Il bambù deriva dalla famiglia delle Poaceae, piante sempreverdi assai rigogliose, si annoverano circa 1000 specie differenti. Di origine asiatica e americana, con diffusione australiana. In grado di sopravvivere a situazioni atmosferiche tra le più variegate dal caldo umido del Sud Est asiatico, fino a 20 gradi sottozero e oltre 1000 m sopra il livello del mare
Lo sviluppo in Italia
Il clima mediterraneo è l’ideale per il bambù gigante, come provato dalle numerose coltivazioni in tutta Italia.
Una tra le più grandi piantagioni si trova a Bolzano, a ben 1200 m di altitudine.
Uno dei primi pionieri fu Fabrizio Pecci, che già nel 2014 iniziò questa nuova attività e che oggi dirige il Consorzio Bambù Italia con sede nelle Marche. I dati dicono che il settore è in forte crescita e che le richieste sono in aumento.
L’utilizzo
Inizialmente il bamboo era utilizzato per la costruzione di attrezzi agricoli e per la pesca, poi pian piano si è capito che questo materiale naturale poteva essere usato e apprezzato in svariati campi.
Strumenti musicali, arredamento, costruzioni domestiche, carta, tessuti, tavole. Molto ricercato è il parquet per la sua bellezza. Altra applicazione di notevole interesse è la sua combustione nel campo della bioenergia.
I suoi germogli invece, sono molto apprezzati nella cucina asiatica, cinese in particolare e in forte espansione negli Stati Uniti.
Il suo legno inoltre, sta prendendo sempre più piede nel design di nicchia, infatti viene sempre più utilizzato per esempio nella produzione di occhiali e orologi, per citarne alcuni.
Dal punto di vista ambientale invece, è interessante sapere che un ettaro di terreno coltivato con queste piante, produce la stessa quantità di ossigeno di un intero bosco e che le sue radici capaci di filtrare l’acqua, possono essere un valido aiuto nelle opere di ingegneria naturalistica, per contrastare i dissesti idrogeologici.
Le analisi
Per valutare le proprietà agronomiche dei terreni da destinare alla coltivazione del bambù gigante è opportuno far eseguire un’indagine analitica chimica e chimico fisica; in particolare la tessitura del terreno e la determinazione dei microelementi presenti per adottare un piano di concimazione idoneo, in modo da sfruttare le capacità professionali dell’agronomo e del chimico.