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Utilizzo dei DPI nelle attività sanitarie e sociosanitarie per emergenza Covid-19

By 23 Aprile 2020Sicurezza sul Lavoro4 min read
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L’emergenza COVID- 19, che sta riguardando l’Italia e il resto del mondo, espone tutta la popolazione al rischio di contagio motivo per il quale il Governo ha adottato una serie di Decreti volti al contenimento della diffusione di tale virus nonché alla tutela dei lavoratori facenti parte dei cosiddetti “servizi essenziali” e, di conseguenza operativi in questo momento.

Tra i lavoratori maggiormente all’opera in questo momento di emergenza mondiale sono da annoverare gli operatori appartenenti al settore sanitario e, quindi, medici, infermieri ma anche OSS e addetti al laboratorio per analizzare tamponi e campioni sierologici per analisi COVID 19.

Quali sono, quindi, le principali tutele e raccomandazioni previste per tali mansioni?

E’ chiaro che mettere a disposizione del lavoratore un dispositivo di protezione individuale, come anche evidenziato nel Rapporto ISS COVID 19 n. 2 del 2020, è efficace nel momento in cui siano attuate anche tutta una serie di azioni amministrative, procedurali, ambientali, organizzative e tecniche.

Ad esempio la Circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22.02.2020 riporta le indicazione tecnico organizzative in merito alla modalità di spedizioni di campioni da analizzare:

  • Utilizzare contenitori a norma come da Circolare n. 3 dell’08 maggio 2003 del Ministero della Salute
  • Utilizzare un triplo imballaggio secondo definite caratteristiche e specifiche
  • Il pacco deve essere provvisto di una etichetta che riporti i dati del mittente e del destinatario

Esiste una distinzione di ambiente di lavoro e quindi anche di tipologia di rischio per gli addetti?

Sì, come riportato nel Rapporto ISS COVID 19 n. 2 del 2020 le aree di lavoro possono essere distinte in:

  • Aree di degenza e quindi

– Stanza di pazienti COVID 19

– Altre aree di transito e trasporto interno dei pazienti

– Aree di degenza senza pazienti COVID accertati o sospetti

– Triage

– Laboratorio locale o di riferimento regionale

  • Ambulatori ospedalieri e dei territori nel contesto di COVID 19

– Ambulatori

– Sale di attesa

– Aree amministrative

– Accettazione utenti

– Assistenza a domicilio

  • Ambulanza o mezzi di trasporto

– Ambulanza o mezzi di trasporto

 

Che distinzione esiste tra le diverse tipologie di maschere: maschere chirurgiche, FFP2 ed FFP3?

La sigla FFP sta per “filtering face piece”, ovvero maschera filtrante le quali proteggono da polveri, fumi e nebbie di liquidi (aerosol) inalabili, ma non da vapore e gas; le classi di protezione FFP1, FFP2 e FFP3 offrono, in funzione della perdita totale e del filtraggio di particelle con dimensioni fino a 0,6 μm, una protezione respiratoria per diverse concentrazioni di sostanze nocive.

Le maschere FFP2 sono in grado di proteggere le vie respiratorie da polveri, nebbie e fumi di particelle con un livello di tossicità compreso tra il basso e medio la cui concertazione arriva fino a 12 volte il valore limite previsto dalla normativa.

Le maschere FFP3 sono in grado di proteggere le vie respiratorie da polveri, nebbie e fumi di particelle tossiche (amianto, nichel, piombo, platino, rodio, uranio, pollini, spore e virus) con una concentrazione fino a 50 volte il valore limite previsto dalla normativa. Hanno una capacità filtrante di almeno il 99% delle particelle sospese nell’aria.

Per quanto concerne l’uso di maschere chirurgiche si tratta di maschere monouso fatte di tre strati di tessuto-non-tessuto plissettato che si indossano sul volto grazie a un nasello, elastici o lacci e che devono essere sostituite non appena inumidite e/o usurate.

In virtù dell’emergenza COVID 19 cosa è previsto in merito ai requisiti delle maschere chirurgiche?

Per utilizzare mascherine prive di marchio CE e/o importate e/o prodotte da ditte che abbiano riconvertito la propria attività è necessario che le suddette ditte mandino all’INAIL e all’Istituto Superiore di Sanità specifica autocertificazione e vengano autorizzate entro 3 gg da data invio autocertificazione.

 

Gli operatori sanitari che tipo di protezione respiratoria è previsto che usino?

  •  In caso di tecnici di laboratorio con manipolazione di campioni respiratori è previsto la messa a disposizione ed utilizzo di BLS di classe 3 o classe 2 secondo le operazioni eseguite
  • In caso di attività con svolte in presenza di pazienti COVID 19 positivi e per operazioni che possano implicare la formazione di aerosol è prevista la consegna e l’uso da parte dell’operatore di maschere di tipo FFP3.
  • Per tutte le altre operazioni è previsto l’uso, ove possibile di maschera FFP2 e, se non disponibile di maschera chirurgica.

 

E’ prevista la messa a disposizione ed utilizzo di altri dispositivi di protezione individuale?

Ovviamente si: camici monouso, occhiali di protezione e visiera, guanti, scarpe di protezione costituiscono i DPI che devono essere messi in consegna per tutti gli operatori sanitari da utilizzare secondo fase lavorativa e rischio biologico cui sono esposti

 

Gruppo Maurizi è composto da un team di tecnici con esperienza decennale in grado di affiancare i clienti in ogni fase di consulenza e, quindi, anche nella scelta dei DPI da mettere in dotazione al personale secondo disposizioni di legge.

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